ANSA) - FIRENZE, 15 GIU - E' con una paziente di 17 anni
affetta da una gravissima forma di epilessia resistente ai
farmaci che il centro di eccellenza di neurochirurgia
dell'ospedale pediatrico Meyer di Firenze ha iniziato le
applicazioni robotiche in neurochirurgia. Il sistema robotizzato
dedicato alla neurochirurgia stereotassica, si spiega, ha
permesso di realizzare un intervento complesso di
stereoelettroencefalografia (Seeg) in modo rapido e sicuro: 7
elettrodi intracerebrali applicati in meno della metà del tempo
che avrebbe richiesto un casco stereotassico tradizionale.
L'operazione è stata condotta dal neurochirurgo Flavio Giordano
con i colleghi Regina Mura, Barbara Spacca e Massimiliano Sanzo,
in collaborazione con i neurologi Carmen Barba e Federico Melani
del centro di eccellenza di neuroscienze diretto da Renzo
Guerrini. L'utilizzo del sistema robotizzato, si spiega,
consentente di rendere meno invasive metodiche complesse quale è
la chirurgia dell'epilessia: in particolare, nell'intervento al
Meyer, sono stati posizionati elettrodi in aree eloquenti del
cervello, che presiedono al linguaggio e al movimento e che la
registrazione Seeg ha consentito di definire l'esatta
localizzazione dell'area epilettogena su cui intervenire e delle
aree eloquenti da risparmiare nell'intervento di resezione da
realizzare a breve. "Già nella sua prima applicazione - spiega
Giordano - il robot ha consentito di realizzare un intervento
molto complesso in modo più agevole, e con maggiore precisione e
accuratezza. Riguardo alle altre possibili applicazioni,
consente di effettuare un ampio spettro di procedure
neurochirurgiche funzionali". "Il Meyer - commenta l'assessore
toscano alla salute Stefani a Saccardi - raccoglie la sfida e si
colloca in un panorama internazionale per la chirurgia
dell'epilessia e le più avanzate applicazioni in ambito
neurochirurgico e neurologico". L'intervento è stato possibile
anche grazie alla Fondazione Meyer che, con un impegno economico
di 700mila euro, ha rinnovato le dotazioni tecnologiche del
blocco operatorio, donando il robot neurochirurgico, un nuovo
sistema di neuronavigazione e un sistema di monitoraggio e
stimolazione neurofisiopatologica.