(ANSA) - FIRENZE, 4 LUG - Come Peter Pan, personaggio
letterario creato dallo scrittore scozzese James Matthew Barrie,
è da sempre legato al Great Ormond di Londra o Pippi Calzelunghe
che occhieggia dagli ambienti del Karolinska Institutet di
Stoccolma, così anche l'ospedale pediatrico Meyer di Firenze
sceglie di allearsi con Pinocchio, il burattino nato dalla mente
di Carlo Lorenzini detto Collodi, perchè diventi uno dei suoi
simboli riconoscibili al mondo. È questo il frutto speciale
dell'accordo di collaborazione che oggi è stato siglato tra la
Fondazione Meyer e la Fondazione Nazionale Carlo Collodi.
L'intesa firmata dai vertici delle due Fondazioni - Pier
Francesco Bernacchi della Fondazione Collodi e Gianpaolo
Donzelli della Fondazione Meyer - si pone, spiega una nota, non
solo l'obiettivo di sviluppare al massimo il valore iconografico
ed emblematico di Pinocchio, riconosciuto come figura non solo
letteraria popolarissima in tutto il mondo, ma anche quello di
essere anche il simbolo "esemplare da un punto di vista
dell'educazione ai sentimenti e alla comprensione dei problemi
esistenziali, all'apertura nella dimensione sociale, alla
integrazione e alla civile convivenza, fornendo spunti
interdisciplinari per una riflessione attuale sui problemi
sociali e culturali oggi presenti nella nostra società e sul
nostro territorio, in particolare nei confronti dei soggetti più
fragili o malati". In virtù dell'accordo le due Fondazioni si
impegnano a realizzare varie iniziative comuni tra cui l'uso
delle immagini di Pinocchio nell'impegno di umanizzazione del
pediatrico fiorentino, la realizzazione di una biblioteca
tematica su Pinocchio al Meyer, oltre all'utilizzo di messaggi
culturali presenti nell'opera di Lorenzini per divulgare
messaggi di educazione sanitaria a misura di bambino in ospedale
e tanto altro ancora, nel segno dell'attenzione al bambino che
vede in Pinocchio un simpatico e avventuroso coetaneo.
"Il burattino - commenta Donzelli - costituisce una metafora
della duplice natura del bambino. Pinocchio si trasforma in un
vero e proprio bambino dopo aver attraversato molte prove per
imparare a controllare se stesso ed esprimere i tratti più
virtuosi. Alla fine della storia Pinocchio comincia ad esprimere
le qualità nobili del suo vero sé. Questo il paradigma
dell'alleanza tra la Fondazione Collodi e la Fondazione Meyer:
la ricerca dell'emancipazione del bambino e della famiglia nel
percorso di malattia che ha le stesse fasi di negazione,
ribellione, disperazione per poi ritrovare i tratti di della
consapevolezza e della condivisione nella cura olistica, fino
alla guarigione". "Sappiamo da anni e per esperienza che
Pinocchio è una figura che come nessun'altra unisce bambini e
adulti anche su molti temi sociali - dichiara Bernacchi -
tuttavia questa cooperazione ha un significato particolare.
Infatti Carlo Collodi sperimentò personalmente certe durezze
della vita, inclusa la morte precoce di alcuni suoi fratellini e
sorelline, che affiorano anche nelle Avventure di Pinocchio,
dove però lo scrittore non le separa mai dalla gioia di vivere e
dalla speranza di un'esistenza più serena e felice grazie alla
fiducia in se stessi e in chi ci ama, prendendosi cura di noi.
Per questo la Fondazione Collodi e Pinocchio possono dare un
contributo particolare al benessere dei bambini e delle loro
famiglie".
(ANSA).