Potenziare le politiche di
coesione non conteggiando i cofinanziamenti nazionali nel
calcolo del deficit e associare i programmi regionali a quelli
europei. Inoltre, sulla sospensione dei fondi strutturali a
Spagna e Portogallo la Commissione dovrebbe fermarsi, altrimenti
"sarebbe un messaggio devastante" e non servirebbe a "fermare il
vento anti-europeista che spira molto forte". Questi i punti
principali della ricetta per il futuro dell'Ue del presidente
della Regione Toscana, Enrico Rossi, a Bruxelles per partecipare
alla Settimana europea delle regioni e delle città.
Lo scopo delle politiche di coesione è "costruire un'Europa
sociale", spiega Rossi, ma "bisogna prendere atto con rammarico
che, dopo l'intuizione di Jacques Delors, non sono stati fatti
passi avanti. Io insisto che oltre a riconfermare le politiche
di coesione abbiamo bisogno di integrarle anche con gli
strumenti finanziari" e "possiamo lavorare su una
'condizionalità ex ante' più alta, che potrebbe riguardare il
fatto che i Paesi e poi le regioni assumano gli obiettivi dei
programmi europei come obiettivi su cui far convergere anche le
proprie risorse", cosa che "in Toscana abbiamo già fatto".
È "una proposta coraggiosa", "aspettiamo di avere risposte
positive e naturalmente insistiamo nella richiesta che i
cofinanziamenti delle politiche di coesione siano tolti dal
Patto di stabilità". Rossi si dice poi dispiaciuto per l'esito
del referendum sulla Brexit, ma invita anche a constatare che
"l'Europa dei 28 non può andare avanti così. Forse è arrivato il
momento di stabilire che esistono due 'Europe', una più coesa e
una che è più mercato".
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