Sarà la Provincia di Grosseto ad
ospitare l'impianto pilota per l'estrazione di pigmenti vegetali
da piante spontanee e macchia mediterranea del progetto
MedL@ine, che prevede una serie di investimenti per la
valorizzazione delle lane locali, la messa in rete di imprese e
nuovi percorsi turistici dei territori del grossetano in
Toscana, sassarese e Medio Campidano in Sardegna, alta Corsica
in Francia.
Il nuovo progetto, che nasce per capitalizzare i risultati
del precedente MedLaine, è partito il primo luglio del 2013 ed è
cofinanziato con oltre un milione e trecentomila euro dal Fondo
europeo di sviluppo regionale, nell'ambito del Programma di
cooperazione transfrontaliera Italia-Francia "Marittimo"
2007-2013.
L'impianto pilota nel grossetano "si basa su sperimentazioni
già fatte che hanno consentito di mettere a punto un meccanismo
standardizzato di tipo industriale per l'estrazione di pigmenti
naturali" spiega Enrico Vagnoni, manager del progetto per Cnr
Ibimet, capofila di MedL@aine.
Il sistema dell'impianto "consente di lavorare grandi
quantità di materia prima e i pigmenti che ne risultano possono
avere un impiego non solo nella filiera tessile, ma anche
nell'industria cosmetica e alimentare" racconta Vagnoni. Il
progetto precedente ha stimato per le zone interessate una
produzione di lana fra le 4mila e le 5mila tonnellate l'anno.
Il problema è che questa lana ha un prezzo di vendita che non
oltrepassa gli 80 centesimi al chilo, quando invece tosare una
pecora costa all'allevatore fra i due e i tre euro.
La strategia lanciata dal nuovo MedL@aine "vorrebbe
trasformare migliaia di tonnellate di lana, spesso considerate
uno scarto, per veicolarle in un mercato, tramite investimenti
in ricerca e innovazione, il coinvolgimento dei produttori e la
promozione degli enti locali".
Il progetto MedL@ine prevede un centro di competenza
transfrontaliero che include un laboratorio chimico presso il
Cnr di Sassari e due centri per la raccolta e la selezione della
lana, di cui uno nel grossetano.
Vista la frammentazione della filiera e la debolezza
contrattuale di allevatori/produttori, l'idea è quella di
puntare sulla qualità, per riuscire poi a stabilire prezzi più
congrui della lana. Fra i vari investimenti previsti, il
progetto include inoltre la creazione di una piattaforma web e
le province, come promotori del territorio, avranno l'incarico
di realizzare applicazioni per smartphone o dispositivi mobili
per creare percorsi agroturistici on demand, con un "percorso
virtuale della lana", dall'allevatore all'artigiano locale.
(ANSA)
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