Usare in maniera più rapida ed
efficiente i satelliti radar per monitorare il territorio e
poter prevedere le aree soggette a frane: si può sintetizzare
così l'obiettivo del progetto di ricerca europeo Lampre. Il
progetto è guidato dal Cnr e vede in campo il dipartimento di
scienze della terra dell'Università di Firenze, che fu il primo
ad elaborare una mappa dei dissesti con l'Agenzia spaziale
europea nel 2003, su tutto il bacino dell'Arno.
Lampre, partito a marzo del 2013 e che include partner
inglesi, spagnoli, olandesi, svizzeri e lituani, costa circa due
milioni e mezzo di euro, di cui quasi due arrivano dai fondi
europei del settimo programma quadro della ricerca
(www.lampre-project.eu).
"I satelliti radar acquisiscono immagini dal 1992 e
permettono di ottenere misure di spostamento del suolo ad
altissima precisione" spiega Sandro Moretti, docente di
geomorfologia applicata dell'Università di Firenze. "Sapendo
come il terreno si è mosso in passato - aggiunge Moretti - noi
geologi possiamo perimetrare le aree a rischio, identificando
anche i motivi del dissesto".
"Queste aree, che non sono sicure, vanno perimetrate e
recepite dagli strumenti urbanistici" afferma Nicola Casagli,
docente di geologia applicata all'ateneo fiorentino, che
sottolinea come "prima le perimetrazioni erano molto onerose,
con studi geologici locali, perforazioni, contenziosi, mentre
ora si fanno rapidamente con i satelliti, che forniscono dati
oggettivi e robusti".
Come riscontrato di recente dopo un crollo delle mura a
Volterra. "Abbiamo visto - racconta Casagli - tanti movimenti
intorno a Volterra, un paese circondato da frane, ma sono anche
emersi lievi movimenti nel centro storico. Per questo su queste
aree saranno fatti sopralluoghi di controllo". (ANSA)
Riproduzione riservata © Copyright ANSA