Ancora ricorsi al Tar
della Toscana contro la nuova centrale per la geotermia prevista
in Val d'Orcia, nei pressi del fiume Paglia, sotto l'Amiata.
Dopo il primo già presentato dai Comuni di Radicofani e
Castiglione d'Orcia (Siena), altri tre ricorsi amministrativi
sono stati promossi da comitati, residenti e imprenditori. I
quattro ricorsi, insieme, affermano "netta contrarietà alla
Centrale Cascinelle voluta dalla società privata Sorgenia e
dalla Regione Toscana", spiega una nota in cui si sottolinea che
"si tratta di un risultato straordinario, reso possibile
dall'efficacia del Coordinamento Ecosistema Val d'Orcia, che
vede al proprio interno soggetti pubblici e privati,
amministrazioni comunali (Radicofani, Castiglione d'Orcia,
Pienza), gruppi consiliari di maggioranza e minoranza, liste
civiche, fondazioni, associazioni, circoli, comitati, tutti
sottoscrittori della Carta di Radicofani, documento in cui si
dichiara, motivandole analiticamente, le ragioni della
contrarietà alla centrale".
Il progetto prevedrebbe la collocazione in Val di Paglia,
sulla via Francigena nelle località Voltole e Voltolino (siti
lungo la storica arteria stradale citati con la denominazione
Sce Petir in Pail da Sigerico Arcivescovo di Canterbury di
ritorno da Roma nel 995) di "una centrale geotermica a ciclo
binario e reimmissione forzata dei fluidi a grandi profondità
nei terreni a fianco del fiume Paglia, sulla buffer zone
dell'Area Unesco Val d'Orcia nel comune di Radicofani, a poche
centinaia di metri dalle sorgenti termali di Bagni San Filippo".
Ecosistema Val d'Orcia teme "rischi reali di sismicità indotta,
subsidenza, alterazione delle falde acquifere profonde, termali
e non, alterazione ambientale e paesaggistica, avvalorati da
numerosi pareri tecnici e scientifici, un modello di sviluppo
rispettoso della vocazione storica e ambientale della valle".
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