Oltre 300 lettere, finora in gran
parte inedite, tra Carlo Emilio Gadda e Alessandro Bonsanti, che
documentano un sodalizio tra i più significativi del Novecento,
sono raccolte e pubblicate nel volume 'Sono il pero e la zucca
di me stesso. Carteggio 1930-1970' a cura di Roberta Colbertaldo
per la casa editrice Olschki nella collana 'Studi' del Gabinetto
Vieusseux. Il libro esce in occasione delle celebrazioni per i
200 anni.
Le lettere, ricorda una nota, sono conservate nel Fondo Gadda
del Gabinetto Vieusseux e in parte nel Fondo Liberati e presso
gli eredi Bonsanti. Il libro mette in luce il percorso
biografico e letterario-editoriale di Gadda, insieme al ruolo
fondamentale svolto da Bonsanti nel sostenerlo e nel
sollecitarlo a scrivere. Con questa pubblicazione, il Vieusseux
porta a compimento il lungo lavoro di cura e ordinamento di un
importante nucleo di carte del Fondo Gadda.
Il Fondo è stato sottoposto nel tempo a un raffinato restauro
dopo i danni che aveva subito nell'alluvione del 1966. Il
volume, introdotto da Gloria Manghetti, è arricchito da una
testimonianza di Sandra Bonsanti, ed è dedicato alla memoria di
Piero Gelli, fedele amico del Vieusseux, per l'attenzione
speciale che ha riservato a Gadda lungo tutta la sua prestigiosa
carriera editoriale. All'epoca dei suoi esordi letterari Gadda
si proponeva di "interessare anche il grosso pubblico". E invece
nel 1963, quando la vincita del Prix International de
Littérature per 'La cognizione del dolore' sancisce
definitivamente il suo successo, lo scrittore si sottrae e non
gode affatto della gloria. "Sono il pero e la zucca di me
stesso",
confessa Gadda a Bonsanti citando una satira di Ariosto. Il
carteggio ricostruisce queste complesse vicende editoriali, a
testimonianza di un lungo e fruttuoso sodalizio letterario
nonché di uno scambio personale e intellettuale per entrambi
importantissimo.
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