"Mi lega a Giacomo Puccini e ai suoi
capolavori operistici un rapporto speciale ed antico.
È, questo, un compositore che ho imparato ad amare fin dalla più
tenera età. Il primo titolo con cui venni a contatto fu La
bohème: avevo i calzoni corti quando scoprii l'aria 'Che gelida
manina'. Fu una rivelazione, fu pura esaltazione, per la
travolgente bellezza che il brano riusciva a trasmettermi". E'
quanto si legge, in una nota, a firma del tenore Andrea Bocelli
che domani sera riceverà, presso l'auditorium del Gran Teatro di
Torre del Lago, il premio 'Giacomo Puccini'. "Le edizioni
discografiche che possedevo erano due - prosegue la nota -: mia
prediletta era quella interpretata da Beniamino Gigli, ma
talvolta ne ascoltavo la versione con Mario Del Monaco. Avevo
sei o forse sette anni, quando allargai le mie - sempre
sommarie, all'epoca - conoscenze pucciniane: le grandi arie
della Tosca dapprima, della Turandot, poi.
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