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Pm chiede processo a 298,pure Banca Cina

Pm chiede processo a 298,pure Banca Cina

Inchiesta Firenze riciclaggio, ma contestata aggravante mafia

FIRENZE, 19 giugno 2015, 20:46

Redazione ANSA

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La procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per 297 persone e per la Bank of China dopo un'inchiesta per riciclaggio per il trasferimento illecito di oltre 4 mld dall'Italia alla Cina. Tra i reati è contestata l'aggravante mafiosa. La banca non avrebbe segnalato operazioni sospette. Tra gli indagati 4 dirigenti della sede di Milano della banca di Stato cinese e i titolari italiani di Money2Money, società di 'money transfer' dove centinaia di indagati depositavano denaro in contanti.
  La richiesta di rinvio a giudizio è firmata dal pm Giulio Monferini. A vario titolo le indagini del nucleo di polizia tributaria di Firenze hanno portato a contestare i reati di associazione per delinquere, riciclaggio, evasione fiscale, trasferimento fraudolento di valori all'estero. I fatti vanno dal 2007 al 2010. Tra gli indagati, quattro dirigenti della filiale di Milano della banca di Stato (direttore generale, vicedirettore, responsabile ufficio rischi e ufficio audit), gli imprenditori italiani titolari di una società di Bologna Money2Money e i loro agenti titolari di negozi 'money transfer' dove centinaia di indagati - secondo le indagini - depositavano denaro in contanti. Soldi che, sempre secondo gli inquirenti, erano presunto provento di altri reati come contraffazione, contrabbando, furto, appropriazione indebita, reati doganali. I contanti venivano raccolti dalle agenzie della società bolognese tramite milioni di micro-operazioni, ad importi bassissimi. Bank of China diventava poi il collettore finale che trasferiva i soldi nel paese orientale. Qui veniva utilizzato per acquistare merci a basso costo da importare e rivendere in Italia. Tra le 297 persone fisiche, 24 devono rispondere di associazione a delinquere aggravata dalla finalità mafiosa poiché sono stati ravvisati intimidazione, vincolo omertoso e assoggettamento tra i membri. Il maxi-riciclaggio avrebbe rafforzato la capacità economica delle organizzazioni mafiose cinesi di Prato e Firenze dedite all'immigrazione clandestina dal loro Paese. Inoltre, la guardia di finanza ha rilevato un'evasione fiscale da 45 milioni di euro e promosso un'ottantina di misure di prevenzione con sequestro di immobili ad alcuni degli indagati per un totale, finora, di 5,5 mln. 

   Arrivavano col 'sacco' dei contanti nel negozio di 'money transfer'. Poi se ne potevano anche andare via perché a frazionare la somma - per eludere la normativa antiriciclaggio - da mandare in Cina ci pensavano i gestori dell'agenzia (sotto i 2.000 euro nella precedente normativa; 1.000 euro adesso) addestrati all'enorme attività di trasferimento illecito di denaro dall'Italia alla Cina, in particolare dal distretto di Prato e Firenze. C'è anche questo nella maxi-inchiesta anti-riciclaggio della procura di Firenze, che ha chiesto il processo per 297 persone e per la Bank of China, la banca di Stato della Repubblica popolare di Cina. I video delle indagini e il sequestro dell'archivio unico della società bolognese Money2Money, attuati nel tempo dal nucleo di polizia tributaria della Gdf di Firenze, hanno dimostrato una realtà contabile precisa: decine di operazioni uguali, con lo stesso 'mittente' e con lo stesso importo bassissimo per eludere i controlli bancari, svolte in pochissimi minuti, ripetendo la stessa digitazione sul computer le volte necessarie. E senza che nel negozio ci fosse più nessuno, tanto era oliato il meccanismo. Secondo gli inquirenti, nel periodo 2006-2010 questa attività ha permesso di far uscire dall'Italia oltre 4 miliardi di euro, soldi frutto di altre attività illecite.

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