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Caso Magherini: Cri, 'i carabinieri persero chiavi manette'

Difensore militari: 'CC richiesero più volte l'intervento del 118'

Nuovi elementi emergono sul caso della morte di di Riccardo Magherini, il 40enne fiorentino morto in strada dopo l'arresto la notte tra il 2 e il 3 marzo scorso.  Secondo la ricostruzione gli avvocati dei volontari della Cri indagati, il massaggio cardiaco su Magherini iniziò con il 40enne "ancora ammanettato". Al medico che appena arrivato aveva chiesto di togliere "immediatamente" le manette, i militari risposero di "non trovare le chiavi". A ricostruire l'intervento sono Massimiliano Manzo e Andrea Marsili Libelli, legali dei volontari della Cri indagati con quattro militari e due operatori del 118. Pronta la replica del legale dei militari, l'avvocato Francesco Maresca: "I carabinieri, come risulta agli atti, hanno reiteratamente richiesto e sollecitato l'intervento del 118", quindi che gli stessi "abbiano poi ostacolato gli accertamenti dei sanitari appare oggettivamente incomprensibile".

Le chiavi erano in un'auto dei carabinieri
Secondo i due avvocati, A Magherini vennero tolte le manette quando le chiavi furono poi trovate in una delle due auto di servizio dei carabinieri intervenuti sul posto. Nella lunga nota degli avvocati, in cui si spiega di non poter dire niente su quanto successo prima dell'arrivo dell'ambulanza, cioè su come era stato fermato dai militari Magherini, si ricostruisce l'intervento dei volontari e quello del personale dell'automedica, arrivata solo più tardi. Furono proprio i carabinieri, che tra l'altro avevano chiamato il 118, a riferire ai volontari "di una situazione altamente pericolosa poichè se liberato il paziente si sarebbe potuto rivelare assai aggressivo", ma che proprio per questo fu impedito ai volontari di avvicinarsi e prestare soccorso. "Le reiterate richieste di togliere le manette o cambiare posizione al paziente, provenienti dai volontari della Croce Rossa, sono rimaste tutte vane" continuano gli avvocati Manzo e Marsili Libelli. Al loro arrivo i volontari avevano trovato "una persona a terra in posizione prona, ammanettata con le mani dietro la schiena e sopra di essa un carabiniere che l'immobilizzava, standovi a cavalcioni, mentre un altro era lì vicino, pronto ad intervenire", inoltre non nuda come era stato detto loro dall'operatore della centrale al momento della chiamata. Furono gli stessi militari a sollecitare l'arrivo di un medico perchè la persona "era pericolosa e necessitava in ogni modo di essere sedata" si legge ancora nella nota.

"I militari impedivano la valutazione del paziente"
Prima dell'arrivo dell'automedica, si spiega, una volontaria chiese al caposquadra di informare "la centrale operativa del 118 circa il fatto che i carabinieri impedivano qualsivoglia valutazione del paziente", e la stessa riuscì ad applicare un "saturimetro" che, forse a causa della posizione e delle manette, "non dava alcun esito". Sempre la stessa volontaria venne sentita, intorno alle 3 al pronto soccorso dell'ospedale "a sommarie informazioni" nella stanza dove c'era il corpo di Magherini, ormai dichiarato deceduto, da uno dei carabinieri presenti in borgo San Frediano, dove il quarantenne era stato bloccato.


Maresca: "Leggo con stupore la nota dei difensori dei volontari della Cri"

"Leggo, oserei dire, con stupore il comunicato stampa dei difensori dei volontari della Croce Rossa che contiene la segnalazione di svariati profili di indagini tuttora in corso di accertamento". Lo dice in una nota l'avvocato Francesco Maresca, difensore dei quattro carabinieri indagati con l'accusa di omicidio preterintenzionale per la morte di Riccardo Magherini, il quarantenne fiorentino morto per strada dopo l'arresto nella notte tra il 2 e il 3 marzo scorso. Maresca fa riferimento alla nota diffusa oggi dai legali dei 3 volontari, indagati per omicidio colposo così come due sanitari dell'automedica e due operatori del 118, nella quale si dice, tra l'altro, che i militari 'non trovavano le chiavi delle manette'. "Nello stigmatizzare ancora una volta la scelta di utilizzare i giornali per presentare le proprie valutazioni processuali - continua Maresca - sono costretto a ricordare che i carabinieri intervenuti, come risulta agli atti, hanno reiteratamente richiesto e sollecitato l'intervento del 118, e quindi che gli stessi abbiano poi ostacolato gli accertamenti dei sanitari appare oggettivamente incomprensibile".

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