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Tribunale ordina trascrizione nozze gay. Procura impugnerà sentenza

Celebrate in Usa. Sindaco, ci adeguiamo subito ma serve legge. Cei, strappo grave

Il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, impugnerà la sentenza del Tribunale di Grosseto che impone al comune di Grosseto la trascrizione del matrimonio tra due uomini celebrato il 6 dicembre 2012 negli Stati Uniti.

Il matrimonio gay è riconosciuto dal Comune. Per ordine del tribunale, le nozze celebrate a New York con rito civile fra due italiani sono state trascritte nel registro di stato civile di Grosseto. Una scelta che suscita l'immediata reazione dei Vescovi italiani: la decisione con la quale il Tribunale di Grosseto ha disposto la trascrizione di un matrimonio contratto all'estero fra persone dello stesso sesso, afferma la Cei ''suscita gravi interrogativi e non poche riserve''. La Conferenza episcopale parla di ''strappo'', ''pericolosa fuga in avanti di carattere fortemente ideologico''. Per i vescovi ''con tale decisione rischia di essere travolto uno dei pilastri fondamentali dell'istituto matrimoniale, radicato nella nostra tradizione culturale, riconosciuto e garantito nel nostro ordinamento costituzionale".

Di carattere diametralmente opposto la reazione dellla comunità omosessuale italiana: "E' un precedente unico per il nostro Paese", ha commentato il senatore Pd Sergio Lo Giudice, ex presidente di Arcigay, annunciado che adesso chiederà al Comune di Bologna di trascrivere anche il suo matrimonio, celebrato a Oslo, in Norvegia, tre anni fa.

''La decisione del tribunale di Grosseto - spiega intanto il sindaco della cittàEmilio Bonifazi - costituisce un precedente storico nel riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso in Italia". Il primo cittadino assicura che il Comune si adeguerà "da subito" alla decisione del tribunale. ''Finalmente - aggiunge - arrivano indicazioni chiare ed inequivocabili sulle modalità alle quali gli ufficiali di stato civile devono attenersi di fronte a richieste come quella formulata da Giuseppe e Stefano. D'altra parte non spetta ai singoli Comuni ma allo Stato emanare norme precise in materia. L'auspicio è che il Parlamento italiano arrivi presto ad una legge nazionale che possa finalmente fare chiarezza''.

Dopo essersi sposati con rito civile a New York, nel dicembre 2012, la coppia, 68 e 57 anni, chiese al Comune di Grosseto di trascrivere le nozze nel registro di stato civile. L'Ufficiale si rifiutò, perché, sostenne, ''la normativa italiana non consente che persone dello stesso sesso possano contrarre matrimonio''. A quel punto i due hanno fatto ricorso. Nonostante pure il pm fosse contrario all'accoglimento, il giudice di Grosseto Paolo Cesare Ottati ha dato il via libera. Secondo Ottati, infatti, nel codice civile ''non è individuabile alcun riferimento al sesso in relazione alle condizioni necessarie'' al matrimonio. Nella sentenza, il giudice spiega che non è ''previsto, nel nostro ordinamento'' alcun ''impedimento derivante da disposizioni di legge alla trascrizione di un atto di matrimonio celebrato all'estero''. E poi, la trascrizione non ha natura ''costitutiva, ma soltanto certificativa e di pubblicità di un atto già valido di per sé''. In pratica: il matrimonio celebrato negli Stati Uniti è valido - argomenta il giudice - e non c'è norma che ne impedisca la trascrizione in Italia. Fra l'altro, il giudice di Grosseto cita la Corte Europea dei diritti dell'Uomo che ''non ritiene più che il diritto al matrimonio'' debba essere ''limitato in tutti i casi al matrimonio tra persone di sesso opposto'' e che ha affermato come ''il diritto al matrimonio'' abbia ''acquisito un nuovo e più ampio contenuto, inclusivo anche del matrimonio contratto tra due persone dello stesso sesso''.

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