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Juventus, la storia della stagione 2015-16 nei VIDEO ANSA

Dall'arrivo di Mandukic alle voci di Allegri in Nazionale

Nella macchina del tempo bianconera c'e' una staffetta ideale che passa da Combi a Buffon, da Rosetta a Barzagli, da Monti a Bonucci, da Ferrari a Marchisio, da Borel a Dybala, dal nonno Edoardo Agnelli al nipote Andrea Agnelli. Ottanta anni dopo c'e' un altro quinquennio Juventus, il segno del comando sul calcio italiano trasformato in sistema.

 

E ripercorrere le gesta del pokerissimo degli anni '30, che sembrava inarrivabile, significa andare alle radici dello stile Juve, quella forza d'urto di caparbieta' e rigore che si sposa alla tecnica dei campioni, all'impeccabile organizzazione di una societa' facoltosa per una tifoseria verticale ramificata ovunque. Cambiano i protagonisti ma il prodotto e' uguale, una supremazia che diventa ciclo ed entra nella leggenda del pallone.

 

Edoardo Agnelli diventa presidente della Juve nel 1923 e, quando il campionato a fine decennio si trasforma in girone unico, aiutato dal geniale barone Mazzonis, recluta un dream team di campioni che segnano un'epoca attingendo dagli oriundi argentini e dai club piemontesi d'elite (come la Pro Vercelli) con investimenti che precorrono i tempi creando l'ossatura dell'Italia bicampione del mondo. A plasmare il gruppo con polso e pragmatismo l'allenatore psicologo Carlo Carcano, seguace del metodo.

 

Combi-Rosetta-Caligaris e' lo scioglilingua dell'epoca (prima di Sarti-Burgnich-Facchetti e Zoff-Gentile-Cabrini), la triade difensiva bunker, fondamenta su cui si innestano via via gli oriundi Orsi, Cesarini e Monti e 'Freccia d'oro' Sernagiotto, i cursori Bertolini e Varglien, l'elegante Giovanni Ferrari, l'imprendibile 'farfallino' Borel. Come la Juve odierna forgiata da Conte e Allegri, per un lustro la squadra piu' forte senza discussione, tiranna del campionato e, all'estero, quattro volte semifinalista della Coppa dell'Europa centrale, Champions del tempo. -1930-31: otto vittorie di fila segnano il cammino, la Roma inseguitrice rifila un 5-0 a Testaccio da cui verra' tratto un film, ma la Juve resiste e chiude a +4 sui giallorossi sconfiggendo i campioni uscenti dell'Ambrosiana Inter. -1931-32: arrivano Bertolini e Luis Monti, 30/enne e soprappeso.

 

Si allena alle 5 di mattina , In due mesi perde 20 kg e da centromediano potente ('armadio a due ante') e tecnico diventa lo stratega principe. Impazza la battaglia con la fuga del Bologna del suo nemico Schiavio. Nel ritorno la Juve vince in rimonta 3-2 con doppietta di Vecchina chiudendo a +5 e si vendica della Roma con un 7-1. -1932-33: come quest'anno, partenza ad handicap con due ko iniziali, poi nove vittorie consecutive rilanciano la Juve, che vede esplodere il 19/enne Borel (29 rete in 28 gare, unico tuttora sopra la media del gol a partita). Ritorno in carrozza con 13 vittorie in 17 gare. Diventa la fidanzata d'Italia anche grazie al tam tam di radio e giornali (e delle immagini dei cinegiornali Luce nelle sale prima dei film), scatta la Juve-mania con tifosi ovunque e viaggi di nozze con tappa a Torino per vedere i campioni.

 

Chiude con l'Ambrosiana a otto punti, e' lo scudetto piu' facile. -1933-34: in vista dei mondiali si inaugura il Comunale, stadio dei sogni. La Juve sembra stanca e sazia, l'Ambrosiana di Meazza allunga a +5, ma rimonta alla fine con sette vittorie consecutive mentre i nerazzurri perdono a Firenze e finiscono a -4. Il blocco Juve, dopo lo scudetto poker senza un espulso, vince il mondiale e Combi lascia l'attivita' dopo il titolo. -1934-35: i grandi vecchi (33 anni Monti, Orsi, Caligaris, 32 Rosetta) sembrano alla frutta ma e' una Juve che sa rigenerarsi. Arrivano Foni, Rava, Gabetto e nel primo torneo a 16 squadre va in fuga la Fiorentina che chiude l'andata a +3, ma e' corsa a tre perche' si fa sotto l'Ambrosiana.

 

C'e' un finale thrilling: la Juve vince a Firenze con una rete di Giovanni Ferrari e conquista il quinto scudetto, l'Inter infatti fa harakiri perdendo 4-2 in casa della Lazio, anticipando curiosamente lo psicodramma di 67 anni dopo. La Juve si dimostra d'acciaio, piu' forte di scandali e tragedie: a febbraio l'allenatore Carcano viene cacciato per presunte voci di omosessualita', indigeribili in epoca fascista. A maggio Mumo Orsi va via per non essere chiamato alle armi nella guerra d'Etiopia, a luglio il presidente Edoardo Agnelli muore in un incidente con l'idrovolante a 43 anni. La Juve anni '30 esce dalla cronaca ed entra nella leggenda, dove ora le fara' compagnia quella del secondo quinquennio di Andrea Agnelli, Conte e Allegri, con Buffon che gia' allarga l'orizzonte al prossimo anno. La Signora non e' mai sazia.

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