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F1: Alonso e futuro, obiettivo è una Ferrari unita

F1: Alonso e futuro, obiettivo è una Ferrari unita

ROMA, 18 settembre 2014, 17:38

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Il futuro della Ferrari e quello di Fernando Alonso. Più che la sfida tutta Mercedes per il titolo tra Rosberg e Hamilton, a tenere banco in vista del Gran Premio di Formula 1 a Singapore è il nuovo corso a Maranello a pochi giorni dallo storico addio di Luca di Montezemolo e dopo le ennesime voci sul conto del pilota del Cavallino, messo dagli ultimi rumors del paddock al centro di un clamoroso scambio di sedili tra lui e il campione del mondo della Red Bull Sebastian Vettel. Un passaggio di volanti respinto al mittente dallo spagnolo che ha giudicato senza senso tutte le indiscrezioni circolate. E a far discutere, nel giorno delle interviste al Marina Bay Circuit, è anche il divieto di dare alcune comunicazioni via radio tra pilota e box durante la gara.
    Dal Gp di Singapore la Federazione automobilistica internazionale ha imposto di limitare le comunicazioni consentite dal muretto alle monoposto per evitare che "le performance dei piloti possano essere alterate da quanto viene loro comunicato dai team". Restano i messaggi sulla sicurezza; stop a quelli sulle prestazioni degli avversari e contenenti indicazioni su alcuni settaggi dell'auto. "Sinceramente non credo farà una grande differenza - ha assicurato il ferrarista Alonso - Non penso avrà un impatto particolare sulla gara vera e propria ma anche nell'approccio al lavoro del weekend. Ad ogni modo, in Ferrari non abbiamo mai utilizzato la radio per comunicazioni legate alle prestazioni in pista. La usiamo per mantenere sotto controllo le temperature o per parlare del traffico e della strategia. Non posso dire se il divieto potrebbe incidere diversamente sulle abitudini di altri team.
    Penso che con la nuova regola sulla radio accadrà qualcosa di simile. È come se ci fosse un allenatore di calcio o basket che non può parlare ai propri giocatori. Alla fin fine, però, è l'atleta che calcia o lancia la palla. Il nostro stile non cambierà, non è che non sapremo più come affrontare un circuito". Invece che lasciarselo scivolare addosso, come sarebbe nel suo stile, lo spagnolo ha poi deciso di discutere le ragioni dietro l'ennesima voce a proposito del suo futuro: "È un peccato, perché non aiuta la Ferrari che è invece la ragione per la quale tutti noi siamo qui. Quello della Ferrari è un marchio molto più grande di qualsiasi individuo o anche della Formula 1 in generale. Ho un enorme rispetto per la Ferrari e cerco di mantenere un buon clima tra i ragazzi del team, in modo da avere una squadra unita. È ciò di cui abbiamo bisogno ed è quello che la gente si aspetta da noi. Per questo non capisco quale sia il senso di queste voci che arrivano dall'Italia".
    Sul tema-radio ha detto la sua anche l'altro ferrarista Kimi Raikkonen, diventato famoso per aver detto al proprio ingegnere di pista, ormai due anni fa, quando guidava per la Lotus di lasciarlo da solo perché sapeva quello che stava facendo: "Per quanto mi riguarda non parliamo molto alla radio quando non ci sono dei problemi - ha detto il finlandese - Potrebbe essere più complesso se ci fossero dei problemi sulla vettura e ci fossero da fare delle operazioni per riuscire a concludere la corsa.
    Potrebbe essere più difficile, ma è pur sempre parte del gioco".
    Raikkonen è intervenuto infine sulle dimissioni di Montezemolo alla Ferrari: ''Il tempo dirà come sarà il futuro, le cose cambiano e di solito i cambiamenti accadono per avere dei risultati migliori''.
   

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