(di Francesca Pierleoni)
Che sia il palco di Zelig o quello
del I maggio, il set di uno dei suoi quasi 40 film, come il
premio Oscar Mediterraneo, o la ribalta per un monologo
d'autore, lo studio di registrazione o la postazione da giudice
di Italia's got Talent, Claudio Bisio sa sempre reinventarsi.
L'attore, comico, showman, scrittore, che compie 60 anni il 19
marzo, mettendosi in gioco e alternando teatro, cinema e tv, è
diventato uno dei volti più popolari e amati. Tanto che negli
ultimi anni, è puntualmente in testa a sondaggi sul personaggio
famoso preferito con cui gli italiani amerebbero andare in
vacanza.
Nato a Novi Ligure nel 1957, da una mamma maestra e un papà
commerciante, Bisio cresce a Milano, dove la famiglia si
trasferisce quando lui ha cinque anni. Negli anni del liceo è
attivista di Avanguardia operaia. Tramite i cub (comitati
unitari di base) assiste alle prove degli spettacoli di Dario Fo
(che una decina di anni dopo lo vorrà come interprete di Morte
accidentale di un anarchico): lì nasce in lui il desiderio di
diventare attore. Si iscrive ad agraria (lasciata dopo 17 esami)
ma prepara, di nascosto dalla famiglia, il provino per la scuola
del Piccolo Teatro di Milano. ''Ho portato una canzone di Tenco,
suonando male e cantando peggio, il monologo da Ricorda con
rabbia di Osborne e una poesia medievale che ho fatto in
grammelot come Dario Fo - ha raccontato -. Devono aver capito la
mia passione e mi hanno preso''. Come saggio di fine corso viene
allestito il Rocky Horror Picture Show, che va anche in scena al
cinema Mexico. Tra il pubblico una sera c'è Gabriele Salvatores
che ingaggia Bisio nella sua compagnia. Un sodalizio, che dal
Teatro dell'Elfo, per spettacoli come Sogno di una notte di
estate (1981, diventato anche un film), Café Procope, Comedians,
continua al cinema con Kamikazen (1987) dove trova amici e
'complici artistici' ricorrenti da Abatantuono a Gigio Alberti,
Turné (1990), Mediterraneo (1991), Sud (1993) e Nirvana (1997).
Nel frattempo Bisio continua a giocarsi la carta della comicità
(pur dimostrando di saper cambiare registro), come gli aveva
consigliato un'insegnante del Piccolo, facendo anche cabaret al
Derby con Antonio Catania e a fine anni '80 allo Zelig con Rocco
Tanica, che lo coinvolgerà anche in varie sortite musicali. La
più celebre è Rapput (1991) tormentone estivo che arriva primo
in classifica. Dall'amico Paolo Rossi Bisio comprende infatti
che è possibile ''unire l'alto e il basso. Io agli inizi
teorizzavo che il teatro dovesse essere solo Shakespeare e
Brecht - ha spiegato al Corriere della Sera - mentre il cabaret
dovesse essere solo raccontare barzellette. Mi ha aiutato a
capire che dovevo unire queste due mie anime''. Arriva anche la
televisione, con fra gli altri, Zanzibar, Striscia la notizia,
Cielito lindo, Mai dire goal, e dal 1997 (quando nasce con il
primo titolo 'Facciamo Cabaret) Zelig, palestra di comicità di
cui è maestro di cerimonie fino al 2012. Al cinema è diretto fra
gli altri, da Dino Risi (Scemo di guerra), Mario Monicelli (I
picari), Giuseppe Bertolucci (Strana la vita, I cammelli),
Francesco Rosi (La tregua), Antonello Grimaldi (Asini), Carlo
Sigon (La cura del gorilla). Da metà anni 2000 diventa anche un
nome da grandi incassi, con tra gli altri, Natale a New York,
vari film di Fausto Brizzi (come Manuale d'amore 2, Ex, Maschi
contro femmine e Femmine contro maschi) e i quasi 30 milioni al
botteghino di Benvenuti al sud di Luca Miniero, che torna a
dirigerlo Benvenuti al nord e il recentissimo Non c'è più
religione. Bisio non si nega anche sfide complesse, come
raccontare con grazia il disagio psichico in Si può fare di
Giulio Manfredonia (2008). Sa arrivare inoltre al pubblico dei
bambini come voce di Sid nella saga animata de L'era glaciale e
Dracula in Hotel Transylvania.
A teatro, immancabile compagno di strada, porta in scena
anche spettacoli come Aspettando godo, Monsieur Malaussène au
théâtre (di Daniel Pennac che torna a interpretare con 'Grazie')
La buona novella' tratto dall'album omonimo di Fabrizio De
André, Coèsi se vi pare' con Elio e le Storie Tese, 'Io quella
volta lì avevo 25 anni' di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, fino
a Father and Son, nel 2014. Un percorso fatto in gran parte
insieme alla moglie, la giornalista Sandra Bonzi, conosciuta nel
1992 e sposata nel 2003, da cui ha due figli, Alice e Federico:
rapporto che hanno raccontato nel libro Doppio misto.
Autobiografia di coppia non autorizzata (2008).
Esperto di karate, e produttore, nel Chianti, in poche
bottiglie, per famiglia e amici, di un olio d'oliva, il Bisunto,
Bisio, nominato in carriera tre volte ai David di Donatello e
due ai Nastri d'argento, è dal 2015 anche giudice di Italia's
got talent, dove, ha detto, ''ho cominciato ad apprezzare
l'imperfezione''.
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