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Alle Terme di Diocleziano Jean Arp 50 anni dopo

Alle Terme di Diocleziano Jean Arp 50 anni dopo

ROMA, 29 settembre 2016, 17:34

Redazione ANSA

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(di Daniela Giammusso) Le forme infinite delle Concrétions humaines degli anni '30 e un'opera di carattere magico, quasi esoterico, come Thalés de Milet del 1951. E poi l'Hommage a Rodin, il Pépin Geant in arrivo dal Pompidou, il mastodontico Berger des Nuages, l'Aloux Aux Griffes con cui vinse la Biennale del '54. A cinquant'anni dalla morte, le Terme di Diocleziano omaggiano il maestro delle avanguardie del '900 Jean Arp (1887-1966), con la più ampia personale mai realizzata in Italia, che è insieme anche l'occasione per celebrare i 100 anni del movimento Dada, che proprio Arp contribuì a fondare, a Zurigo nel 1916.
    Una mostra, fino al 15 gennaio 2017 nelle Grandi Aule delle Terme, che mette insieme ''antico, moderno e contemporaneo'', ricorda il soprintendente per l'area archeologica di Roma, Francesco Prosperetti, con le linee fluide e mai finite dei celebri Torses e i colori delle Costellazioni a tu per tu con l'imponenza e la solidità materica, invece, delle arcate e dei millenari muri romani.
    Un viaggio in 80 opere a cura di Alberto Fiz in collaborazione con la Fondation Arp di Clamart, promosso dalla Soprintendenza insieme al Museo Nazionale Romano con Electa, che da una primissima testina scolpita in Germania nel 1904 segue il corso della sua arte fino a una delle ultimissime prove, con la Femme Paysage del '66. ''Jean Arp - racconta Fiz - è un artista che ha stravolto ogni punto di vista. Non ha mai voluto cercare uno stile e, sfidando le altre avanguardie, ci ha mostrato non l'oggetto in se', ma nella sua formazione. Pur vivendo un secolo così buio come il '900, è l'artista della vita, del 'senza senso' della natura. Da Zaha Hadid a Calatrava, tutti coloro che hanno poi lavorato sulla componente germinale devono qualcosa ad Arp''. Ecco allora che, nell'allestimento firmato dall'architetto Francesco Venezia che lascia spiragli sui mosaici della Villa di Nerone e cita le Costellazioni nelle forme aperte dei pavimenti, si va dai primi rilievi in legno alle opere figurative. E poi le sculture, in materiali poveri come il gesso o in bronzo, più avanti, quando il successo permetteva la spesa. E i soli che vivono attraverso le trasparenze, il Paesaggio bucolico o anche opere inconsuete, come l'arazzo Cercle rouge, il Torse des Pyrénées uscito per la prima volta dal Museo d'arte contemporanea di Strasburgo e il collage Anthologie Dada del 1919.
    Un'ultima sezione mette invece in relazione le opere di Arp con quelle di sua moglie Sophie Taeuber-Arp (1889-1943), a partire dalle marionette realizzate per il Re Cervo di Carlo Gozzi. La mostra, conclude la direttrice del complesso museale, Rosanna Friggeri, ''è una nuova tappa del programma che ha già portato alle Terme anche Rodin e Moore''. Una scelta, quella di sposare l'arte antica con il moderno e contemporaneo, ''che in tre anni, dal settembre 2014 a oggi - dice - ha contribuito a farci diventare, in percentuale, il museo con il maggior incremento di pubblico, passando da poco più di 50 mila a 150 mila visitatori, ovvero il +140%''.
   

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