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01 agosto, 13:19 Spettacolo

Fabi-Silvestri-Gazzè chiudono, 'ma non è addio'

© ANSA
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(di Claudia Fascia) (ANSA) - ROMA, 31 LUG - L'ultimo appuntamento, quello che avrebbe messo la ciliegina sulla torta di un progetto atteso e reclamato dai fan per anni, doveva essere quello all'Arena di Verona a maggio. Ma poi Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè - ormai diventati FSG per i fan - non hanno resistito al richiamo di Roma, della loro Roma, e così ieri sera sono tornati sul palco per quella che è stata una festa di commiato davanti ai 20 mila che hanno riempito l'Ippodromo delle Capannelle al PostePay Rock in Roma (che con il trio ha chiuso anche la prima parte del Festival, per riprendere poi a fine agosto). "Ma non è un addio - rassicurano in coro i tre, che però hanno già cominciato a riprendere la strada da solisti con qualche data estiva e la mente ai prossimi lavori discografici -: è un arrivederci. Del resto tutto nasce, muore e si trasforma". "E noi siamo come la fenice: dalle nostre ceneri, nascerà qualche cosa di nuovo", scherza Gazzè. E così dopo un album che ha scalato le classifiche (Il padrone della Festa), un tour europeo e uno nei palazzetti dello sport di tutta Italia, FSG salutano e ringraziano: "Verona doveva essere l'ultima data, è vero. Ma poi, riflettendo, abbiamo capito che la chiusura a Roma assume un valore simbolico: finire dove tutto è cominciato. Se non fosse stato così, sarebbe mancato qualcosa", dice convinto Niccolò Fabi, con Daniele Silvestri ad aggiungere che "sì, sarebbe stato bello concludere nel tempio della musica, all'Arena, ma farlo con un evento più popolare, a un festival rock, ci è sembrato più coerente: si chiudeva il cerchio. Abbiamo iniziato con due amplificatori sotto un albero (quando ormai circa un anno fa hanno presentato il progetto alla stampa a Roma, ndr), stavolta c'erano un po' più di due amplificatori ma l'atmosfera è stata un po' la stessa. Chi è venuto ieri sera, lo ha fatto per partecipare a un festa: per festeggiarci e festeggiarsi". E festa è stata con una scaletta intensa, tra i brani scritti a sei mani (da Alzo le mani a Life is Sweet fino al Padrone della Festa che ha chiuso lo show) e le canzoni che hanno portato ciascuno di loro, di diritto, a sedersi nell'Olimpo del cantautorati italiano. Fabi non ha rinunciato a Vento d'estate, Lasciarsi un giorno a Roma e a Il Negozio di antiquariato, mentre Gazzè ha riproposto il successo sanremese Sotto casa, Favola di Adamo ed Eva e Il solito sesso.
    Silvestri ha scelto tra le tante Salirò, Testardo e l'immancabile Cohiba che da sempre chiude i suoi concerti. Mai da soli sul palco, FSG si sono sostenuti a vicenda, cantando uno i brani dell'altro regalando al pubblico oltre due ore e mezzo di live che ha attraversato 25 anni di musica italiana. "Ecco, una delle cose che ci rimane da questa esperienza - spiegano ancora - è proprio una leggerezza maggiore nell'affrontare il palco rispetto a quando sei da solo: Insieme ci si dà forza e si dividono le responsabilità". Il tempo passato insieme - quasi due anni dall'inizio del progetto, nato durante un viaggio di solidarietà in Sud Sudan - servirà come esperienza "non solo per i concerti, ma per andare avanti, per diventare migliori musicisti ed esseri umani", è l'idea di Fabi, sostenuta dagli altri due compagni, nonché amici da quasi tre decenni, , da quando poco più che ventenni si incontrarono nel Locale a Roma.
    "Una delle cose più belle, è stato l'evoluzione delle cose, vedere il progetto che cresceva, prendeva forma, tra stimoli, emozioni, ammirazione uno per l'altro, accompagnate anche da incazzature e soprattutto impegno e dedizione".
   

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