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  4. Antoci racconta l'agguato: 'Vivo grazie a scorta'
18 maggio, 19:10 Primopiano

Antoci racconta l'agguato: 'Vivo grazie a scorta'

Presidente Parco: 'Svegliato da spari, pronte anche molotov'

© ANSA
Parco Nebrodi, le immagini dell'agguato ©

"Dormivo e mi sono svegliato quando l'auto ha rallentato perché c'erano pietre in strada. Subito dopo ho sentito gli spari contro la macchina". Il presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, ricorda l'agguato che ha subito. "Poi - aggiunge - ho sentito arrivare un'auto: era quella del vicequestore Manganaro, partito da Cesarò 5 minuti dopo di noi. Insieme all'uomo che era con lui ha risposto al fuoco, e così ha fatto la mia scorta. Credo che i banditi fossero quattro, forse sei. Sono state trovate anche due molotov inesplose. E' probabile che volessero incendiare l'auto obbligandoci a scendere". "Portato in ospedale, sono uscito alle 5,30. Ho visto mia moglie, i miei figli e i miei genitori anziani. "E pensare - ha aggiunto - che tutto era iniziato con una bella serata a Cesarò per presentare il progetto d'un albergo. Il mio grazie alla Polizia di Stato per avermi salvato la vita. Sono preoccupato ma sereno".

"Questa esperienza traumatica mi ha dato la conferma che quello che abbiamo toccato sono interessi enormi. Cosa nostra si finanziava con i fondi europei, dopo che li abbiamo messi in difficoltà ha reagito". Lo ha detto il presidente del Parco di Nebrodi Giuseppe Antoci dopo essere stato interrogato oggi pomeriggio in seguito all'agguato della notte scorsa avvenuto tra Cesarò e San Fratello. "Siamo certi - ha aggiunto - che questo attentato viene dalle persone alle quali abbiamo fatto perdere un affare milionario". "Abbiamo fatto un protocollo di legalità con la prefettura di Messina - ha spiegato Antoci - che ha disarcionato interessi mafiosi per diversi milioni di euro. Le ultime sentenze del Tar ci hanno poi dato ragione e questo ha dato loro fastidio". Antoci ha poi ribadito di essere determinato ad andare avanti: "Io non mi sento solo già tra qualche giorno riprenderò il mio lavoro, lo Stato mi è stato vicino, ma lo Stato siamo noi tutti: dalla magistratura, alle forze dell'ordine, ai cittadini. Dobbiamo cambiarla tutti insieme questa terra. Non sto facendo niente di speciale. Sto facendo solo il mio dovere".

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