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11 marzo, 11:47 Primopiano

Cocktail di gamberi? Ecco come crescono mangiando trash fish prima di finire sulle nostre tavole

Lo racconta l'inchiesta di Liza Boschin per 'Presadiretta'

© ANSA
Un'immagine dell'inchiesta sui gamberi di 'Presadiretta' Rai3 Foto di @lizaboschin © Ansa

Delicati, deliziosi e raffinati. I gamberi ci piacciono così tanto che solo nel 2013 l’Italia ne ha importate 65 mila tonnellate, per un valore di 400 milioni di euro. Se non possiamo permetterci di avere sulla nostra tavola i gamberi nostrani, perché rinunciare a quelli in offerta speciale che riempiono i banchi frigo e arrivano quasi sempre da lontano? Vengono importati maggiormente dal Sud America o dal Sud Est asiatico dove vengono allevati, pescati, spesso precotti, surgelati e impacchettati.

Liza Boschin, inviata di Presa Diretta, e la producer Elena Marzano, sono state in Bangladesh e in Tailandia per vedere come, dove e da chi vengono allevati questi gamberi.

Il reportage andrà in onda nella puntata di Presadiretta dal titolo 'Salviamo il mare' in onda su Rai3 in prima serata domenica 15 marzo. Il viaggio parte dal Bangladesh, in una zona del remoto sud ovest che si raggiunge dopo più di dodici ore di macchina dalla capitale Dacca. Quello che un tempo era campagna fertile, pascoli, foreste e risaie è stato inondato di acqua salata distruggendo le dighe che proteggevano l’interno dalle mareggiate nel periodo dei monsoni. Oggi i bacini artificiali in cui crescono i gamberi - tutti destinati al mercato straniero - arrivano fino all’orizzonte e ci lavorano come schiavi donne e bambini. La conversione da agricoltura tradizionale ad acquacoltura è iniziata alla fine degli anni 80, quando uomini d’affari vicini alla politica - capendo che poteva essere un business che apriva “rubinetti” di valuta straniera - hanno convinto i tanti piccoli proprietari terrieri ad affittare la loro terra e passare ai gamberi. Per chi non si è lasciato convincere ci sono state minacce, pressioni ed omicidi. Tanta gente ha preferito abbandonare i propri terreni che restare a guardare. Oltre 100 mila persone sono state ricollocate con la forza o sono emigrate. Ma il sale dell’acqua brucia la terra, brucia le poche coltivazioni che sono rimaste, i pascoli e addirittura le pareti delle case tradizionali di fango, che diventano in poco tempo sabbia. Un impatto devastante per tutto l’ecosistema.

Nel reportage Liza Boschin si arriva anche in Tailandia, dove si pesca il trash fish, il pesce immondizia, cioè tutto quel pesce che non è buono per essere venduto al mercato. Guardando nelle cassette di trash fish si trovano tutti i pesci tropicali della barriera corallina e i piccoli delle altre specie, che i mulini che producono farina di pesce comprano per trasformare in briciole: la base per i mangimi dei gamberi. L’Europa è il più grosso importatore di farina di pesce dalla Tailandia, usata anche per ingrassare i nostri polli e maiali di allevamento. La pesca intensiva della Tailandia, dove si usano reti a strascico e non ci sono controlli perché è un settore troppo importante ricco per essere fermato, sta distruggendo i fondali, uccidendo i coralli e decimando le specie che vivono in quel mare. Ecco il vero prezzo del nostro delicato, delizioso e raffinato cocktail di gamberi.

(Foto di @lizaboschin)

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