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24 aprile, 20:19 Primopiano

Roncalli, dalla campagna al soglio di Pietro

Da seminarista scrisse su diario: 'Sarò parroco campagna o Papa?'

© ANSA
CANONIZZAZIONI RONCALLI-WOJTYLA, P.LOMBARDI VENITE TRANQUILLI © Ansa

Un'infanzia povera ma felice: l'avventura umana e spirituale di Angelo Roncalli comincia in una famiglia contadina di Sotto il Monte (Bergamo) il 25 novembre del 1881. Il padre era mezzadro e badava ai campi di cerali, alle vigne, e ad un piccolo allevamento di mucche. La mamma si occupava della cascina dove abitavano in circa trenta persone perché, oltre ad essere già di loro una famiglia numerosa (Angelo Roncalli aveva tre sorelle maggiori e nove tra fratelli e sorelle più piccoli), nella stessa casa abitavano anche diversi parenti. E non sempre si riusciva a mettere insieme il pranzo e la cena per tutta quella gente. Non è un caso che nei ricordi d'infanzia di Giovanni XXIII l'unica bugia è legata alla fame.

Tutti recitavano il rosario in cucina e il piccolo Angelo, con lo stomaco che brontolava, andò a 'rubare' i fichi secchi che la madre custodiva sotto il letto per darli ai figli nelle occasioni speciali. Ma alla madre che gli chiedeva se avesse appunto preso quei frutti, Angelino negò tutto. Salvo poi sentirsi male e vomitare per il rimorso.

La scuola, una pluriclasse di campagna, lo vide per tre anni. Poi furono i preti del luogo ad occuparsi della sua istruzione. Ha appena 11 anni quando entra in seminario; prima è a Bergamo, poi a Roma. E' di questi anni una confidenza che lascia al suo diario spirituale, il 'Giornale dell'Anima': ''Che cosa sarà di me nell'avvenire? Sarò un bravo teologo, un giurista insigne, un parroco di campagna, oppure un semplice povero prete?'', si chiede Roncalli. Ma nell'elenco aveva messo anche ''un vescovo, un cardinale, un diplomatico, un Papa?'', come scrivono diversi biografi, cancellando però queste righe subito dopo per modestia. Sempre in quel periodo fa il servizio militare e si laurea in teologia.

L'ordinazione sacerdotale arriva a Roma il 10 agosto del 1904. ''Nessuno dei congiunti gli sta accanto, perché le condizioni economiche della famiglia non hanno consentito l'acquisto del biglietto ferroviario Bergamo-Roma e ritorno'', racconta il suo storico segretario, il cardinale Loris Capovilla. L'anno successivo diventa segretario del vescovo di Bergamo, monsignor Giacomo Maria Radini Tedeschi.

Nel 1915 scoppia la prima guerra mondiale e Roncalli viene chiamato alle armi e starà vicino ai soldati come cappellano militare. La guerra termina e il sacerdote di Sotto il Monte nel 1920 viene trasferito a Roma e da lì comincerà la carriera diplomatica. Dal 1925 ricoprirà vari incarichi prima in Bulgaria, poi in Turchia e Grecia. Sono questi gli anni della seconda guerra mondiale e il nunzio sfrutta le sue conoscenze diplomatiche per salvare la vita a migliaia di ebrei. Nel 1944 è nominato nunzio apostolico in Francia.

Ma la Santa Sede dopo quasi dieci anni ha in mente per lui un nuovo incarico e nel 1953, dopo esser stato creato cardinale, diventa patriarca di Venezia. Sono anni intensi nei quali il Roncalli che da Papa si mosse poco dal Vaticano, fece anche diversi pellegrinaggi, da Lourdes a Fatima, dalla Spagna al Libano.

Il 9 ottobre 1958 morì Pio XII, un pontefice che Roncalli aveva amato particolarmente. Prima di partire da Venezia, dove pensava di tornare nel giro di qualche settimana, scrisse una lettera ai veneziani chiedendo preghiere affinché i cardinali potessero scegliere un pontefice ''conforto per la Chiesa''. Entra in conclave e dopo undici votazioni il 28 ottobre del 1958 viene eletto Papa. Giovanni XXIII (scelse di chiamarsi così anche perché era il nome del suo papà) trascorre il primo Natale da Papa con i piccoli malati del Bambino Gesù e con i detenuti di Regina Coeli. Solo un assaggio del pontificato, breve ma intenso, che cambierà la vita della Chiesa. Dalle grandi encicliche, come la 'Pacem in Terris', al Concilio Vaticano II, il Papa 'buono' conquista con il suo sorriso il mondo. Muore il 3 giugno del 1963. Il 27 aprile sarà san Giovanni XXIII.

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