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Zerocalcare, In direzione contraria? Ho buon senso

Zerocalcare, In direzione contraria? Ho buon senso

Annuncia anche l'uscita di 'Scheletri' e 'A babbo morto'

ROMA, 01 ottobre 2020, 20:23

Redazione ANSA

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Altro che "in direzione contraria", Michele Rech, in arte Zerocalcare, si considera "di buon senso e assoluta regolarità". Lo dice all'ANSA e annuncia l'uscita di due nuovi libri, al Festival Insieme, all'Auditorium Parco della Musica di Roma, dove nel giorno d'apertura è attesissimo per l'incontro, tutto esaurito, in cui lui ed Erri De Luca, moderati da Marco Damilano, parlano di cosa significa "In direzione contraria".
    "La considero una frase bellissima perché è di De André, ma mi sentirei molto presuntuoso a considerarmi parte di quella direzione contraria. Io cerco di fare le cose mie, in direzione uguale, contraria, dipende dalle volte. Ho la visione del buon senso, sono gli altri che sono contrari" spiega Zerocalcare, fumettista con un enorme seguito di fan per i suoi libri, da 'La Profezia dell'Armadillo' a 'Kobane Calling', pubblicati da Bao Pulishing. "Sia io che Erri De Luca siamo persone che si sono espresse su questioni che riguardano il dissenso in questo Paese, ma anche in questo caso penso che il dissenso che posso aver espresso è sempre una cosa di assoluto buon senso. Semmai mi sembra che la radicalità stia molto di più nel campo avversario che mio" sottolinea Michele Rech.
    "Sono un super privilegiato del lockdown. Lavoro dentro casa e non avendo potuto avere distrazioni fuori ho lavorato molto di più. Sono riuscito a scrivere due libri" annuncia. "A metà ottobre 2020 esce un mio fumetto che non è attuale in qualche modo: o è passato o è futuro. Non inquadra il momento in cui uscirà. E questa cosa è strana. Si chiama 'Scheletri' e racconta un episodio di qualche anno fa che è capitato a me, nel mio quartiere (Rebibbia ndr), ma anche ad altre persone. Riguarda in generale la maniera in cui si raccontano i quartieri di Roma, il rapporto con la violenza e quelle sfumature di grigio che ci sono nella maniera di raccontare le periferie, mentre di solito se ne parla o come simbolo del degrado assoluto e violenza o come il mito del buon selvaggio, dove tutti si vogliono bene" dice. "A metà novembre esce 'A babbo morto'. In realtà è un racconto di Natale pensato lo scorso Natale. Un libro illustrato. Si parla di folletti e Babbo Natale e loro stanno fuori dal Covid".
   

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