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Muse inquiete, la Biennale riflette sulle crisi

Muse inquiete, la Biennale riflette sulle crisi

Dal cinema alla danza una mostra racconta gli anni cruciali

ROMA, 16 luglio 2020, 09:39

Redazione ANSA

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Gli anni a cavallo delle due guerre con l'ascesa dei totalitarismi. Il cinema che piano piano viene risucchiato dalla politica che ne ha scoperto l'immenso potere di propaganda. E poi la crisi della Guerra Fredda, gli scontri del '68, i cambiamenti epocali degli anni '70, il post moderno, la globalizzazione. Solo parzialmente fermata dalla pandemia Covid, che ha fatto rinviare di un anno la Mostra di Architettura, la Biennale riscopre il suo ruolo di specchio della società e si racconta riflettendo su tutti i momenti di crisi, i nodi della storia, gli eventi epocali dei quali è stata partecipe e testimone, in una mostra allestita dal 29 agosto all'8 dicembre al Padiglione Centrale dei Giardini. Un progetto nato per celebrare i 125 anni dell'istituzione, sottolinea il presidente Roberto Cicutto, e che poi si è espanso e riempito di significati proprio in conseguenza del momento particolarissimo che stiamo vivendo. In qualche modo l'avvio di una Biennale per la prima volta davvero corale, come sottolinea dal suo studio di Boston il direttore della mostra di architettura Hashim Sarkis, perché alla sua realizzazione hanno lavorato insieme tutti i curatori delle sei diverse sezioni, da Cecilia Alemani (Arte) ad Alberto Barbera (Cinema) da Marie Chouinard (Danza) a Ivan Fedele (Musica) Antonio Latella (Teatro) e Sarkis (Architettura). Anche su questo, spiega Alemani, gioca il titolo scelto per l'esposizione "Muse inquiete. La Biennale di fronte alla storia", che certo allude a de Chirico con le sue Muse inquietanti (era il 1948) , ma nello stesso tempo rimanda alle diverse forme di arte che qui giocano tutte insieme. Una riflessione corale e multimediale, che negli spazi del Padiglione allestiti dai Forma Fantasma, complice l'archivio storico della Biennale (Asac), offrirà un tuffo nella storia e nelle storie, con foto d'epoca, film, filmati, documenti, e anche tanti inediti, in una sorta di spazio aperto di scambio tra i suoi numerosi media.
   

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