Il 2019 è al terzo posto fra gli anni
più caldi dal 1961 in Italia, dopo il 2018 (primo) e il 2015
(secondo). Il picco di anomalia è stato nel mese di giugno:
+4.25°C al Nord, +4.0°C al Centro, +3.27°C al Sud e Isole. Lo
rende noto l'Ispra, il centro studi del ministero dell'Ambiente.
Il Rapporto Ispra "Gli indicatori del clima in Italia nel 2019"
spiega che il caldo è stato particolarmente intenso tra il 26 e
il 29 giugno del 2019, quando sono stati registrati nuovi record
assoluti di temperatura in diverse località del nord-ovest e del
settore alpino, con punte di 40°C in pianura e 35-36°C a circa
1000 m di quota. Non sono mancati eventi estremi rilevanti, fra
i quali l'intensa perturbazione che il 21 ottobre ha investito
Liguria e Piemonte (fra le province di Genova e Alessandria) e
la prolungata fase di maltempo del mese di novembre. Nel corso
del mese venti di tempesta hanno causato forti mareggiate, si
sono verificate frane e smottamenti, piogge alluvionali a Matera
e ripetuti episodi di acqua alta a Venezia, con livelli di marea
fino a 187 cm, evento eccezionale che ha provocato ingenti
danni. Il 2019, con +1.56°C, è stato il 23/o anno consecutivo
con anomalia positiva di temperatura rispetto al valore
climatologico di riferimento 1961-1990. Otto dei dieci anni più
caldi della serie storica sono stati registrati dal 2011 in poi,
con anomalie comprese tra +1.26 e +1.71°C.
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