Punta su una delle grandi
incompiute siciliane l'ultima inchiesta della Procura di
Palermo: il piano regionale sui rifiuti, da anni in calendario e
ancora non approvato. L'indagine che ha portato all'arresto del
"re" dell'eolico Vito Nicastri e del faccendiere vicino alla
Lega Paolo Arata, nata da un giro di mazzette per facilitare gli
iter di progetti in materia di biometano, ha portato
all'apertura del nuovo filone.
L'imprenditore Nicastri è ritenuto finanziatore della
latitanza del boss Matteo Messina Denaro, grande investitore nel
settore delle energie alternative. I pm, coordinati
dall'aggiunto Paolo Guido, stanno tentando di capire se ci siano
state pressioni per avvantaggiare imprese legate ad ambienti
politici e se siano coinvolti burocrati regionali. Nelle scorse
settimane, nell'ambito dell'indagine su Nicastri e sulle
mazzette pagate a funzionari regionali - l'imprenditore ha fatto
diverse ammissioni - sono stati sentiti il presidente dell'Ars
Gianfranco Miccichè e l'assessore Toto Cordaro.
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