"The Irishman", una rivoluzione
nel mondo di fare e vedere cinema, potrebbe anche essere
l'ultimo film di Martin Scorsese. Lo ha confidato al Guardian il
regista americano, reduce dall'aver raccontato per Netflix la
saga della scomparsa del sindacalista Jimmy Hoffa: "So che sono
alla fine di una lunga, lunga corsa...Non so quanti film potro'
ancora girare. Forse questo sara' l'ultimo", ha detto Scorsese
al quotidiano britannico che ha incoronato "The Irishman" la
miglior opera di cinema del 2019.
Non e' solo una questione di anni, anche se gli anni contano:
"Siamo tutti alla fine delle nostre vite", ha detto il 77enne
Scorsese, riferendosi anche alle sue star, Robert De Niro, Joe
Pesci e Al Pacino, e osservando che alla sua eta' "il tempo ha
il massimo del suo valore". Il vero problema, e qui Scorsese e'
tornato su una polemica lanciata in ottobre, e' che "le sale
cinematografiche sono ostaggio dei film dei supereroi" e "non
c'e' spazio per nessun altro tipo di film". Martin ha aggiunto
che "se questo avrebbe dovuto essere il suo ultimo film, l'idea
era almeno di girarlo e poi farlo vedere per un giorno al
National Film Theatre di Londra, un'altro giorno alla
Cinematheque a Parigi. Non sto scherzando".
Poi pero' e' arrivato Netflix. "Quando ho accettato di andare
con Netflix, ho capito quel che avrebbe comportato. Ma a quel
punto dovevamo fare il film e ci servivano i finanziamenti". In
cambio della distribuzione limitata nelle sale, Scorsese ha
avuto dal servizio in streaming carta bianca creativa: "abbiamo
abbracciato questo nuovo mondo di vedere film" e "siamo stati in
grado di sperimentare di piu' in fatto di stile narrativo, stile
visivo, lunghezza", ha spiegato il regista al Guardian, parlando
di "una rivoluzione" perche' non c'e' piu' un unico luogo dove
il suo film sara' visto dagli spettatori.
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