"Giacomo Leopardi era più cattivo dei
trapper di oggi. Ad un livello più alto, ma non mascherava
l'ipocrisia e la rabbia contro le ingiustizie sociali. Era il
capofila di chi non si sentiva capito dalla vita. E ancora oggi
è amato dagli studenti per quella malinconia che esprimeva e
perché come lui i ragazzi non capiscono il mondo che hanno
davanti". Roberto Vecchioni, tra i tanti riconoscimenti avuti in
carriera, ne aggiunge uno particolarmente prestigioso: il Premio
La Ginestra, assegnato ogni anno a Torre del Greco (Napoli) a
personalità che si siano distinte nell'analisi,
nell'approfondimento, nella divulgazione del pensiero e
dell'opera di Leopardi. Un riconoscimento legato alla
pubblicazione dell'ultimo album, L'Infinito (uscito a novembre
scorso a ridosso del duecentesimo anniversario del
componimento), ispirato proprio al poeta marchigiano. "Un premio
che mi ha sorpreso e che forse non meritavo nemmeno: c'erano
studiosi più all'altezza di me. Un riconoscimento accademico che
mi inorgoglisce".
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