'John McEnroe. L'impero della
perfezione' di Julien Faraut, già alla Berlinale e a Pesaro e
ora in sala dall'8 maggio con Wanted Cinema, è un film sulla
perfezione: quella dell'irascibile tennista McEnroe, forse il
campione più grande di tutti i tempi in questa disciplina, e
quella del maniacale regista francese Gil de Kermadec dalla cui
opera è tratto in parte il materiale di questo lavoro.
Un documentario comunque sospeso tra cinema e sport, quello
di Faraut, con la voce narrante di Mathieu Amalric e tanti
materiali di repertorio con tanto di premessa godardiana 'Les
films mentent, pas le sport'.
Il film è infatti anche un omaggio a Gil de Kermadec, ex
tennista francese che dagli anni Sessanta realizzò filmati
didattici sul tennis, su come si gioca, su come ci si muove
nelle sue varie fasi, sulle sue regole con tanto di animazione e
ralenti.
Ma alla fine il protagonista resta solo lui, McEnroe, con la
sua imprevedibilità, velocità e proverbiale irascibilità verso
arbitri e racchette.
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