Alice, di bianco vestita e con i
lunghi capelli biondi, forse l'unica capace di leggere il mondo
anche sottosopra. Il Cappellaio Matto, che arriva danzando al
buio, con le sole scarpe illuminate. E ancora un nugolo di
conigli e, quasi ipnotico, lo Stregatto, che si trasforma fino a
diventare drago. È un mondo che vola disegnando l'aria, ma anche
inquietante, fatto di incubi e ossessioni, quello di Alice,
ovvero la favola di Lewis Carroll ripensata e coreografata da
Moses Pendleton, genio inventore della compagnia americana dei
Momix, che ha scelto ancora l'Accademia Filarmonica Romana e il
Teatro Olimpico di Roma per la prima mondiale della sua ultima
creatura, in scena per il Festival Internazionale della Danza
fino al 3/3 (poi Trieste dal 6-10/3, Cremona 16-17 e Torino
20-24). Protagonisti, sette ballerini-acrobati tra la rossa
Regina di Diamanti, quadriglie di Aragoste e il Giardino dei
fiori viventi, in una fusione di corpi, oggetti, costumi, luci,
note. Ovvero il mondo del Bianconiglio secondo i Momix.
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