Autori ed esercenti "ribadiscono la
loro contrarietà alla scelta di aver inserito nel concorso di
Venezia alcuni film non destinati alla visione in sala,
diversamente da quanto aveva deciso il festival di Cannes". "Nel
pieno rispetto delle scelte della giuria presieduta da Guillermo
del Toro e senza nulla togliere all'alta qualità del film Roma
di Alfonso Cuaròn, vincitore del Leone d'oro", Anac, Fice e Acec
definiscono in una nota "iniquo che il marchio della Biennale
sia veicolo di marketing della piattaforma Netflix che con
risorse ingenti sta mettendo in difficoltà il sistema delle sale
cinema italiane ed europee".
Il Leone d'oro "è patrimonio degli spettatori italiani" e
"dovrebbe essere alla portata di tutti, nelle sale di
prossimità, e non esclusività dei soli abbonati della
piattaforma", sostengono ancora Anac, Fice e Acec che chiedono
al Mibac "di varare con la massima sollecitudine norme che
regolino anche da noi come avviene in Francia un'equa cronologia
delle uscite sui diversi media".
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