Soldi in contanti, fatture per
operazioni inesistenti, assunzioni e consulenze. Così il gruppo
Parnasi, secondo l'accusa, foraggiava i politici e pubblici
ufficiali con un metodo corruttivo che gli inquirenti
definiscono come "asset di impresa".In particolare, secondo
quanto accertato dai magistrati, Parnasi aveva promesso a Luca
Lanzalone promesse di consulenze per il suo studio legale pari a
circa 100 mila euro e aveva garantito il suo aiuto nella ricerca
di una casa e di uno studio a Roma. All'ex assessore regionale
del Pd, Michele Civita, in cambio dell'asservimento della sua
funzione, il gruppo Parnasi aveva promesso l'assunzione del
figlio in una delle società. Per l'attuale vicepresidente della
Consiglio Regionale, Adriano Palozzi, Parnasi avrebbe erogato
fatture per operazioni inesistenti pari a 25 mila euro. Infine
l'attuale capogruppo M5S, Paolo Ferrara, avrebbe ottenuto da
Parnasi un progetto per il restyling del lungomare di Ostia.
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