Boris Johnson pensa di aver bisogno
"probabilmente" di un aereo personale in veste di ministro degli
Esteri britannico, una sorta di "aereo per la Brexit" utile a
permettergli di incrementare il numero di missioni e di contatti
in giro per il mondo a sostegno degli "interessi del Regno"
sullo sfondo del divorzio da Bruxelles. Le sue parole rimbalzano
dal Sudamerica, e a Londra è subito polemica. "Il JumBoJo Jet",
lo irride il filo-laburista Daily Mirror, bollando come
"oltraggiose" le sue pretese. Le polemiche sul fronte Brexit
dall'interno del governo conservatore di Theresa May non si
fermano del resto qui. Lo stesso Johnson torna a contestare in
queste ore il capo della Bank of England, Mark Carney, per aver
stimato una perdita media da 900 sterline annue per ogni
famiglia britannica in conseguenza dell'addio all'Ue,
accusandolo di far politica. Mentre un altro falco 'brexiteer',
il ministro dell'Ambiente, Michael Gove, attacca a mezzo stampa
il collega 'moderato' Philip Hammond, titolare delle Finanze.
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