Van Gogh impazziva per la sua tecnica,
ne ammirava il segno, l'uso del colore, l'armonia della
composizione. E lo studiava accanito, al punto da arrivare a
copiarlo in due dei suoi quadri; Degas ne rivisitò il segno
nelle sue ballerine, Monet ne replicò, alla sua maniera, le
esotiche vedute. Lontano dall'Europa per geografia e cultura, il
giapponese Utawaga Hiroshige, "Maestro della pioggia e della
neve" come lo chiamavano in patria, ha avuto un'enorme influenza
su certa parte dell'arte visiva d'Occidente, dalla ricerca
dell'impressionismo fino ai fumetti e alla grafica digitale dei
nostri giorni. A celebrarne la raffinata meraviglia, arriva ora
a Roma, "Hiroshige. Visioni dal Giappone", una sontuosa
monografica allestita alle Scuderie del Quirinale dal 1/3 al
29/7, con pezzi rari e tanti inediti che per la prima volta
escono dagli scaffali del Museum of Fine Arts di Boston,
depositario di alcune tra le più importanti collezioni di
maestri dell'ukiyoe, quella che veniva definita l'arte del Mondo
Fluttuante.
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