"Non fare nulla di male
non basta, perché Dio non è un controllore in cerca di biglietti
non timbrati". Lo ha detto il Papa nell'omelia della messa nella
basilica vaticana per la Prima Giornata Mondiale dei Poveri.
L'omissione è "il grande peccato nei confronti dei poveri. Qui
assume un nome preciso: indifferenza". "E' dire: 'Non mi
riguarda, non è affar mio, è colpa della società'. È girarsi
dall'altra parte quando il fratello è nel bisogno, è cambiare
canale appena una questione seria ci infastidisce, è anche
sdegnarsi di fronte al male senza far nulla. Dio, però, non ci
chiederà se avremo avuto giusto sdegno, ma se avremo fatto del
bene". E invece i poveri sono "il nostro passaporto per il
paradiso". "Non cerchiamo allora il superfluo per
noi ma il bene per gli altri" perché occorre "il coraggio di
amare non a parole ma coi fatti". In basilica erano presenti
7mila poveri. Per 1500 di loro pranzo con il Papa nell'Aula
Paolo VI. Gli altri sono ospitati in istituti ed enti caritativi
di Roma.
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