Un film all'anno può bastare. Julia
Roberts non rompe la regola aurea di questo scorcio di carriera
e, pur precisando di non essersi imposta alcuna rigida
"equazione matematica", riconosce che nei fatti va così. E le
"va bene". "Facile dire no" a qualche proposta 'di troppo',
taglia corto in risposta a una domanda alla presentazione
londinese (e mondiale) di 'Wonder', di Stephen Chbosky,
pellicola dalle emozioni buone - tratta dal commovente romanzo
di R.J. Palacio - che la vede recitare con Owen Wilson nei panni
dei genitori di un bambino nato col volto sfigurato: quasi un
piccolo Elephant Man, eppure capace di rompere le barriere del
pregiudizio o della ripugnanza e a farsi accettare come "una
meraviglia" (wonder, appunto), grazie al suo coraggio, alla
famiglia, agli amici, allo scuola. Il messaggio, dice l'attrice,
è che "tutti siamo speciali", ciascuno diverso a suo modo. E
"l'amore in famiglia" è una chiave importante per affrontare il
destino: da non trascurare poiché "i nostri giorni sono brevi".
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