Umberto Bossi e Francesco Belsito
"erano consapevoli delle irregolarità dei rendiconti da loro
sottoscritti". Lo scrivono i giudici del tribunale di Genova
nelle motivazioni della sentenza con cui hanno condannato il
Senatur a 2 anni e 2 mesi e l'ex tesoriere della Lega Nord a 4
anni e 10 mesi per la maxi truffa per i rimborsi elettorali.
Consapevole era Belsito "autore materiale delle appropriazioni"
ma anche Bossi "considerato che la irregolare gestione contabile
si protraeva da anni", che il Senatur "i suoi familiari e
persone del suo entourage erano i beneficiari delle spese, anche
ingenti, a fini privati, e che i rimborsi mensili forfettari e
in nero, anche per attività inesistenti e comunque non
documentate erano erogati anche a favore dei suoi stretti
congiunti e collaboratori; che per ragioni di carica aveva
certamente contatti continui con Belsito che non vi era nessuna
logica ragione di effettuare spese ed erogazioni a favore di
Umberto Bossi e dei suoi familiari a sua insaputa".
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