"Oggi c'è una nuvola nera
sull'America. Tutti nel Paese sono arrabbiati al massimo.
Arrabbiati su come il Paese sta andando. Mentre giravamo sentivo
discorsi elettorali che parlavano di muri da alzare e di come
rendere forti e grandi gli States. Queste problematiche
purtroppo non sono mai morte negli Usa". Così Clooney a Venezia
per il suo film in concorso Suburbicon. A chi gli chiede se si
candiderebbe alla presidenza, risponde: "Farei il tifo per
qualsiasi altra persona volesse farlo".
Il sesto film da regista di Clooney, accolto da applausi, è
una commedia-thriller scritta dai fratelli Coen. Siamo nel 1959,
nel quartiere di Suburbicon, dove gli americani difendono la
loro identità bianca. Qui arriva una famiglia di colore, i
Meyers, che mette tutto in subbuglio. In particolare la vita di
Gardner Lodge (Matt Damon), impacciato capofamiglia che vive con
la moglie paralizzata, Margaret (Julianne Moore), la sorella di
lei (ancora Julianne Moore) e il figlio adolescente Nick (il
bravissimo Noha Jupe).
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