Trentadue persone sono morte la
scorsa notte nello stato birmano di Rakhine, in seguito ad
attacchi coordinati di militanti armati contro 24 postazioni di
polizia e un assalto respinto a una caserma dell'esercito. Gli
attacchi sono avvenuti poco dopo la mezzanotte nel distretto di
Maung Taw, nell'estremo nord del Rakhine, non lontano dal
confine con il Bangladesh, in una zona dove convivono buddisti e
musulmani dell'etnia Rohingya, pesantemente discriminata.
Secondo un comunicato delle autorità, gli assalitori erano
armati di fucili automatici e lunghe armi da taglio. Il
comunicato accusa ''militanti bengalesi'' degli attacchi, senza
menzionare la parola 'Rohingya': una prassi delle autorità
birmane per negare legittimità alla minoranza, privata della
cittadinanza e di altri diritti fondamentali. Si tratta della
più grave escalation di violenza dallo scorso ottobre, quando un
gruppo di militanti Rohingya aveva assaltato postazioni della
polizia di frontiera, causando nove morti.
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