Con un comizio lungo un'ora e
16 minuti a Phoenix, in Arizona, mentre fuori dall'edificio si
scatenava la protesta contro di lui, il presidente degli Stati
Uniti Donald Trump abbandona i toni composti del discorso alla
nazione in cui ha annunciato l'impegno americano in Afghanistan
nelle scorse ore e torna a quelli più accesi cui ha abituato fin
dalla campagna elettorale, ripercorrendo uno per uno i suoi
cavalli di battaglia, dalla difesa del diritto alle armi, alla
eliminazione del Nafta, fino al muro con il Messico, che ha
ribadito di voler realizzare. Ma è sull'attacco ai media che
torna con particolare vigore, accusando i 'produttori' di fake
news di essere "disonesti", mancando di riferire con precisione
la sue parole, e di dividere il Paese; il riferimento è, in
particolare, alla sua reazione ai fatti di Charlottesville. Li
cita a più riprese: il New York Times, il Washington Post, la
Cnn. "Ho condannato i neonazisti, i suprematisti bianchi e il
Kkk ma i media non l'hanno riportato", ha detto.
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