Pittore tra i più amati dal pubblico
degli appassionati, soprattutto per la capacità di trasmettere
con il suo segno pulito e la suggestione della luce il lato
arcano delle cose, René Magritte si spegneva il 15 agosto del
1967 per un male incurabile. Maestro surrealista che ha saputo
rispecchiare, al tempo stesso, con ironia e spietata efficacia
narrativa le inquietudini dell'uomo contemporaneo, a 50 anni
dalla morte Magritte si riconferma icona del '900.
La cifra dell'artista, nato a Lessines, in Belgio, nel 1898,
è il cosiddetto 'illusionismo onirico', grazie al quale oggetti
comuni e brani di realtà si mescolano, e si armonizzano, in modo
assurdo. Ecco il paio di scarpe che si tramutano nelle dita di
un piede o il paesaggio simultaneamente notturno nella parte
inferiore e diurno in quella superiore. Le tonalità sono fredde,
ambigue come quelle del sogno, in grado di far scaturire un
cortocircuito visivo e ribadire l'insanabile distanza, per
l'artista, tra realtà e la sua rappresentazione pittorica.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA