Era diventata la città simbolo
della rivolta del 2011 contro Bashar el Assad, era diventata la
"capitale della rivoluzione". Da oggi Homs, la terza città della
Siria, dopo oltre quattro anni di feroce assedio, è tornata
interamente in mano di Damasco ed è stata "liberata da ogni
opposizione armata", nelle parole del regime, che ha diffuso in
serata la notizia, dopo l'evacuazione controllata dell'ultimo
quartiere, Al-Waer.
Sulla base dell'accordo fra le parti, sono stati portati a
Idlib i ribelli armati e i loro familiari - usciti dalla città
col volto coperto e autorizzati a tenere armi leggere per
l'autodifesa, e anche gli oppositori politici, e sono entrate le
forze fedeli al presidente. I ribelli anti-Assad, perduta l'ex
"città martire" Aleppo e Homs - ormai allo stremo dopo la grande
offensiva governativa del 2014 -, nonché quasi tutta Damasco,
restano arroccati in gran parte della provincia attorno ad
Aleppo lungo il confine turco e a Idlib e dintorni.
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