La preghiera di oggi è per i "nuovi
martiri", "vittime dell'odio" senza distinzione di etnia o
religione: papa Francesco, nella chiesa di S. Bartolomeo
all'Isola Tiberina, a Roma, condanna la "crudeltà" contro i
migranti, auspica che "da Lesbo e Lampedusa" un po' di
solidarietà salga "verso l'alto", loda l'accoglienza di "Italia
e Grecia" sperando che "questa solidarietà possa contagiare un
po' il mondo". Si avvicina il viaggio in Egitto e Francesco
enfatizza l'impronta ecumenica e interreligiosa. "I martiri ci
uniscono", una delle frasi sugli striscioni e Bergoglio ricorda,
fra l'altro, l'incontro con un uomo musulmano all'isola di Lesbo
che gli aveva confidato lo strazio di vedere la moglie cristiana
uccisa dai terroristi dell'Isis. Ad accogliere il Papa una folla
di romani e turisti, molti bambini e una delegazione di rom;
nella chiesa è ricordato anche Zefirino, il primo santo rom. Il
Papa ha poi ascoltato le testimonianze dei familiari di tre
martiri celebrati nella chiesa dell'Isola Tiberina.
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