Se volete entrare nella vita
ordinaria di una professoressa di filosofia ammantata di libri,
'Le cose che verranno' (L'avenir) di Mia Hansen-L›ve, in sala
dal 20/4 con Satine, è il vostro film. Nessun fatto
straordinario, nessuna action, nessun vero dramma e, come
effetti speciali, solo le parole di Jean Jacques Rousseau e
Blaise Pascal. Insomma il fascino dell'ordinario con il valore
aggiunto di Isabelle Huppert nei panni di Nathalie, insegnante
di filosofia in un liceo di Parigi e sposata con Heinz (André
Marcon), anch'egli docente di filosofia.
Per loro una casa piena di libri, ma anche due figli
adolescenti, Chloé e Johann. Un tempo rivoluzionaria, Nathalie
ha convertito poi l'idealismo giovanile "nell'ambizione più
modesta di insegnare ai giovani a pensare con le proprie teste".
Sua mission, stimolare gli studenti ad avere il coraggio di
vivere in linea con le loro idee. Completano la famiglia una
madre anziana, vanitosa e fragile, Yvette (Edith Scob), e un
gatto nero di nome Pandora.
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