La cinquina dei documentari nominati
agli Oscar che con film come 'I am not your negro', 'O.J.: Made
in America', 13th, insieme a Fuocoammare parla di temi come gli
afroamericani e l'Africa (un argomento da cui si stacca solo uno
dei nominati, Life animated, ndr), è anche una risposta
dell'Academy a Trump che invece vuole costruire i muri". Lo dice
Gianfranco Rosi, in collegamento via streaming da Tokyo,
commentando la candidatura agli Academy Award.
D'altronde, aggiunge ''una delle reazioni più forti per
Fuocoammare è arrivata dalle proiezioni in America, ''per la
trasversalità della storia. I deserti californiani sono come il
Mediterraneo, dei cimiteri''. Con il cinema ''non si puo'
cambiare il corso della storia, ma ho sempre sperato che il
grido d'aiuto nel film venisse colto e questo credo sia
successo''. Rosi ha già sentito, fra gli altri, da Lampedusa, il
dottor Bartolo, e la sindaca Giusi Nicolini: ''Erano tutti in
attesa e alla notizia della nomination c'è stato il grido di
3000 persone''.
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