"Certo che tornerei a fare lo
stilista. La moda è la mia vita, non ho mai smesso di essere un
creativo. Ma mi hanno impedito di vivere del mio lavoro con
cause che ancora vanno avanti, solo per cattiveria e invidia.
Quindi con soci e società, dopo quello che ho passato per venti
anni ho chiuso. Oggi il mio sogno è quello di dirigere una
grande maison". Non si sente parlare spesso di Romeo Gigli,
salito nell'olimpo dei grandi stilisti nei primi anni Ottanta,
ed in seguito, a causa di vari passaggi di proprietà finito
nell'oblio. Eppure Romeo Gigli è stato uno dei rivoluzionari
della moda femminile, in un periodo in cui dominavano le spalle
imbottite e i tailleur da donna manager, a cui lui rispondeva
racchiudendo la figura in castigati eppure sensuali abiti-guaina
in jersey di lana, o in cappotti a uovo che evocavano un nuovo
Rinascimento della moda. Uno stile che lo contraddistingue come
mostrano i costumi che ha realizzato per Il Dissoluto punito
ossia il Don Giovanni, con scenografie di Barnaba Fornasetti.
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