(ANSA)- ROMA, 25 OTT -Il sacro "è un'architettura dove ci si sente bene", sostiene Alvaro Siza, uno che a dispetto del Premio Pritzer, del Leone d'Oro della Biennale e dei tanti capolavori sparsi nel mondo, è rimasto lontano anni luce dalle archistar, fedele da sempre all'idea dell'architettura come risposta ai bisogni dell'uomo e del vivere. Ed è forse anche per questo che entrando al MAXXI nella installazione ambientale che Siza ha immaginato per raccontare il rapporto fra architettura e sacro - una delle tappe della tre giorni di eventi che da domani a Roma rende omaggio al maestro portoghese - colpisce l'immagine proiettata a parete degli impianti di un museo in Brasile. Un groviglio di tubi d'acciaio che abbaglia e stravolge (la foto si intitola Intestinus) accanto al modello in legno della splendida Santa Maria a Marco di Canaveses o a quello per il progetto della stazione Metro di Piazza del Municipio a Napoli, insieme al progetto purtroppo mai realizzato per la chiesa di Santa Maria del Rosario a Roma o ai raffinatissimi paramenti sacri un po' jappo disegnati per Papa Bergoglio. Un modo per dire che il sacro può essere ovunque ci si possa sentire bene o guardare dentro di sé, come dimostra anche la nicchia con un piccolo specchio davanti al quale il visitatore è silenziosamente invitato a ritrovarsi. E nello stesso tempo un espediente per sottolineare che l'architettura è forma ma anche una disciplina complessa che deve trovare soluzioni pratiche e funzionali per chi dovrà servirsene. "Il più grande", commenta entusiasta il segretario generale dell'Accademia di san Luca Francesco Moschini; un maestro "capace di dare senso ai luoghi", sottolinea accanto a lui il direttore architettura del MAXXI Margherita Guccione. Proprio dall'accordo tra le due istituzioni, nasce il lungo omaggio romano all'architetto portoghese, con una tre giorni di eventi, "Una Sizeide", scherza il curatore delle due mostre dell'Accademia Roberto Cremascoli. Si parte domani con l'inaugurazione delle due rassegne dell'Accademia di San Luca, una dedicata ai 23 progetti italiani di Siza (Il Gran Tour.Alvaro Siza in Italia 1976-2016) con foto e disegni allestiti in una sorta di ricostruzione dello studio portoghese dell'architetto (la curatela è di Cremascoli e Moschini); l'altra al racconto dei suoi tanti viaggi in Italia, documentati dai suoi schizzi e dalle foto di Giovanni Chiaramonte (La Misura dell'Occidente. Alvaro Siza e Giovanni Chiaramonte). Il 27 ottobre al MAXXI (ore 18) sarà invece Siza in persona in un Incontro a raccontare la sua mostra allestita nel museo progettato da Zaha Hadid insieme con il curatore Achille Bonito Oliva (l'esposizione aprirà poi definitivamente al pubblico dal 9 novembre al 19 marzo 2017). Mentre il 28, nella Chiesa dei Santi Luca e Martina al Foro Romano (ore 17.30) un secondo incontro vedrà a colloquio, nella suggestione delle rovine romane, Alvaro Siza con gli architetti Umberto Riva e Francesco Venezia. Un annuncio che il segretario dell'Accademia di San Luca suggella con una notizia di un nuovo progetto che Siza ha offerto in omaggio a San Luca (di cui è accademico): quello per la sistemazione del terrazzamento dietro la Chiesa dei Santi Luca e Martina con il Padiglione per il Premio del Presidente della Repubblica. "Mi ha detto subito di sì - spiega- Il disegno c'è già". E d'altronde anche al MAXXI la direttrice Guccione racconta con emozione le ore passate dall'architetto ultraottantenne, che anche oggi ha in cantiere opere in tutto il mondo (dal museo della Bahaus in Cina ad una torre di 35 piani a Manhattan fino alla metro di Napoli e ad un insediamento residenziale di Gallarate) a prendere personalmente le misure e disegnare, matita e taccuino, i particolari della sua installazione. Archistar? No, grazie.
Alvaro Siza, l'omaggio di Roma all'anti- archistar
Tre giorni di mostre e incontri tra MAXXI e Accademia S. Luca
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