Il presidente delle Filippine,
Rodrigo Duterte, ha dichiarato lo "stato di illegalità" a
livello nazionale dopo che i presunti estremisti di Abu Sayyaf
hanno fatto esplodere una bomba in un mercato che ha ucciso 14
persone e ne ha ferite almeno 70 a Davao, sua città natale nel
sud del Paese.
Duterte, che ha visitato il luogo della strage, ha precisato
che questo non è la legge marziale, ma consente il dispiegamento
di soldati a sostegno della polizia nella creazione di posti di
blocco e delle pattuglie. L'attacco è stato rivendicato dal
portavoce di Abu Sayyaf, Abu Rami, ma il presidente ha precisato
che si indaga su altri sospetti tra cui i trafficanti di droga
che lui stesso ha preso di mira in una sanguinosa repressione.
L'attacco è avvenuto mentre le forze filippine sono in stato di
allerta dopo l'offensiva militare lanciata contro Abu Sayyaf
nella provincia di Sulu. I militanti hanno minacciato di
lanciare un attacco dopo che i soldati hanno ucciso più di 30
estremisti nell'offensiva.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA