"Si ritiene che una
persona malata o disabile non possa essere felice, perché
incapace di realizzare lo stile di vita imposto dalla cultura
del piacere e del divertimento". Lo ha rilevato il Papa nella
messa conclusiva del giubileo dei disabili in S. Pietro,
aggiungendo che "nell'epoca in cui una certa cura del corpo è
divenuta mito di massa e dunque affare economico, ciò che è
imperfetto deve essere oscurato, perché attenta alla felicità e
alla serenità dei privilegiati e mette in crisi il modello
dominante. Meglio - ha denunciato papa Francesco - tenere
queste persone separate, in qualche 'recinto' o nelle 'riserve'
del pietismo e dell'assistenzialismo". Chi chiude gli occhi
davanti alla malattia e alla disabilità non comprende il vero
senso della vita, che comporta anche l'accettazione della
sofferenza e del limite. 'Il mondo non diventa migliore perché
composto da persone apparentemente 'perfette' ma quando crescono
solidarietà, accettazione reciproca e rispetto.
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