"Le domande poste al giudice delle
leggi e dei conflitti appaiono come il segnale della
riemersione, nel tessuto sociale, di bisogni non compiutamente
soddisfatti attraverso la legislazione". Lo ha sottolineato il
presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi, nella
relazione sull'attività 2015. "Nell'esperienza costituzionale
che stiamo vivendo, la Corte sembra sempre più assumere il ruolo
non già di custode, quasi museale, di valori imbalsamati o
immobilizzati in formule solenni, ma di garante di metodi
logici, intrinsecamente connotati anche sul piano etico, che
consentano a quei valori, volta per volta, di essere
riconosciuti nella loro attuale consistenza", ha aggiunto
Grossi, il quale ha chiarito che la durata media dei processi di
fronte alla Corte Costituzionale è in media intorno all'anno. Il
presidente del Consiglio dei ministri "risulta intervenuto in
148 dei giudizi incidentali originati dai 200 atti di
promovimento, con una propensione alla 'difesa' delle leggi
denunciate".
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