La Colombia potrebbe ricorrere alle
Nazioni Unite per affrontare la crisi innescata dalla chiusura
della sua frontiera con il Venezuela dalle autorità di Caracas,
dopo la sconfitta subita ieri nell'Organizzazione degli Stati
Americani (Osa).
"Stiamo valutando se la questione possa essere discussa dal
Consiglio dei Diritti Umani (dell'Onu), io personalmente credo
che si debba farlo, anche se nel frattempo ci fosse un incontro
bilaterale: si tratta di un'emergenza umanitaria che non può
essere lasciata a margine", ha detto la ministro colombiana
degli Esteri, Maria Angela Holguin.
Il Consiglio Permanente dell'Osa, con sede a Washington, ha
respinto la richiesta di Bogotà - che voleva convocare un
vertice di ministri degli Esteri - con 17 voti a favore, 5
contro, 11 astensioni e un Paese assente.
La Colombia aveva anche chiesto di discutere la crisi
nell'ambito dell'Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasud)
giovedì prossimo, ma da Quito, sede dell'organismo, si è
informato che una riunione è impossibile da convocare prima di
martedì prossimo, per cui il governo di Bogotà sembra deciso a
lasciare perdere questa possibilità.
Il governo colombiano denuncia che la chiusura della
frontiera decisa da Nicolas Maduro ha innescato una crisi
umanitaria, con migliaia di persone che fuggono in questi giorni
dal Venezuela, ma Caracas replica che la situazione è stata
ingigantita da un complotto dei media internazionali per
diffondere "odio e pregiudizio" contro il governo di Maduro.
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