La tregua della guerra commerciale tra Usa e Cina, firmata a Osaka per la seconda volta in sette mesi dai presidenti Donald Trump e Xi Jinping, non cambia i piani dei principali gruppi dell'elettronica di largo consumo sullo spostamento di parte della produzione fuori dal Dragone.
HP, Dell, Microsoft e Amazon stanno ingrossando l'esodo che minaccia la posizione di leadership mondiale della Cina nei gadget tecnologici, favorendo lo sdoppiamento della supply chain, il processo di produzione e distribuzione su scala globale, necessario a causa dei dazi incrociati tra Washington e Pechino. Un fenomeno che sembra confermare le affermazione di Trump "sulle molte compagnie che stanno lasciando" la Cina a favore di altri Paesi.
In base a diverse fonti, il quotidiano Nikkei Asian Review ha riportato che HP e Dell, rispettivamente numero 1 e 3 del pianeta nei personal computer con una quota aggregata di circa il 40% del mercato globale, puntano a delocalizzare fino al 30% della loro capacità di notebook.
Microsoft, Google, Amazon, Sony e Nintendo stanno valutando mosse simili per le console di videogame e la manifattura di smart speaker. Stesse misure sono al vaglio di altri costruttori di pc come la cinese Lenovo, Acer e Asustek.
Apple, sempre secondo le indiscrezioni di stampa, sta studiando gli effetti dello spostare fino al 30% della produzione degli iPhone.