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Da Marriott a Cambridge Analytica, i 10 peggiori cyber-furti del 2018

Oltre 1 miliardo le utenze violate, un trend che non si arresta

Dai dati rubati agli hotel Marriott allo scandalo Cambridge Analytica, passando per la violazione di Google Plus, che ha accelerato la chiusura del social network. Sono dieci i peggiori 'data breach' del 2018, i furti di dati che hanno portato ad oltre un miliardo di utenze violate. Un trend inarrestabile come dimostra, è notizia di questi giorni, l'attacco hacker ai politici tedeschi, compresa Angela Merkel.

"Nel 2019 aziende e privati dovranno correre ai ripari: negli ultimi sette anni gli attacchi informatici nel mondo hanno registrato una crescita esponenziale, +240% nel 2017 rispetto al 2011", spiega Ermes Cyber Security, azienda specializzata in sicurezza che fa parte dell'Incubatore I3P del Politecnico di Torino.

Ecco i 10 casi di cyber crime più gravi del 2018:

1- Marriott, esposti 500 milioni di ospiti degli Starwood Hotel & Resorts
I dati personali di oltre 500 milioni di ospiti del Marriott International, la più grande catena alberghiera al mondo, sono stati esposti agli hacker che tra il 2014 e il settembre 2018 hanno effettuato l’accesso illegalmente al database delle prenotazioni degli Starwood Hotels & Resorts. Il furto ha riguardato numeri informazioni sugli ospiti, come indirizzi, numeri di telefono, numeri di passaporto, numeri di carte di pagamento e date di scadenza. Il data breach è stato denunciato nel novembre 2018

2- MyFitnessPal: 150 milioni di utenti hackerati
Alla fine di febbraio 2018 MyFitnessPal, l’app sulle abitudini alimentari di proprietà dell’azienda Under Armor, è stata hackerata con conseguente furto di dati di 150 milioni di utenti, relativi a nomi utente, indirizzi email e password. L’azienda ha tuttavia comunicato che non erano stati rubati dati di carte di pagamento che vengono raccolti separatamente. 

3- Quora: violati 100 milioni di profili a novembre
A fine novembre Quora, la rete sociale dedicata all'informazione dove gli utenti possono pubblicare domande e risposte su qualunque argomento, ha scoperto che, attraverso un applicativo terzo non autorizzato, sarebbero stati compromessi i profili di 100 milioni di utenti. Tra i dati coinvolti i nomi, indirizzi email, password crittografate, domande e risposte degli utenti.

4- MyHeritage: 92 milioni di alberi genealogici violati

Il 4 giugno del 2018 la piattaforma MyHeritage, che permette di ricostruire gli alberi genealogici, ha annunciato di aver scoperto online un database contenente gli indirizzi email e le password crittografate di 92 milioni di suoi utenti. Secondo l’azienda non sarebbero però stati violati né divulgati ulteriori dati sensibili presenti nel sistema.

5- Cambridge Analytica: il caso mediatico del 2018
Uno dei casi più eclatanti di tutto il 2018 è sicuramente quello di Cambridge Analytica: nel 2015 un’app, “This is Your Digital life”, prometteva di prevedere la personalità degli utenti trasmettendo però impropriamente le informazioni a terzi, tra cui Cambridge Analytica, azienda di analisi dati assoldata anche dal Presidente Trump per creare annunci elettorali mirati. Solo 270.000 utenti di Facebook installarono effettivamente l’app incriminata, ma sfruttando le regole di condivisione dati delle reti di amicizie Facebook del 2015, l’app fu in grado di raccogliere informazioni su 87 milioni di utenti.

6- Google+: 52,5 milioni di violazioni prima della chiusura del social network
Google+, il social network del gigante di Mountain View, ha dovuto affrontare ben due pericolose vulnerabilità nel 2018. La prima a marzo che ha interessato 500.000 profili, la seconda, ben più grave, a dicembre con la violazione dei dati di ben 52,5 milioni di utenti. Proprio quest’ultimo data breach ha spinto i gestori della piattaforma ad accelerarne la chiusura ad aprile 2019. 

7- Facebook: 50 milioni colpiti nel social network di Zuckerberg
Il 25 settembre 2018, gli ingegneri di Facebook hanno scoperto una grave falla che ha colpito ben 50 milioni di profili. Gli aggressori hanno sfruttato una vulnerabilità nel codice di Facebook che ha colpito la modalità "Visualizza come", una funzionalità che consente alle persone di vedere come appare il proprio profilo a qualcun altro. Ciò ha permesso agli hacker di rubare i token di accesso a Facebook che potevano quindi essere utilizzati per prendere possesso degli account delle persone. I token di accesso sono l'equivalente di chiavi digitali che mantengono connessi i profili che hanno effettuato l'accesso a Facebook in modo che non debbano reinserire la propria password ogni volta che usano l'app.

8- Chegg: 40 milioni di profili compromessi
Il 19 settembre 2018 Chegg, società americana specializzata in servizi educativi e nell’affitto di libri di testo, ha scoperto che nei mesi precedenti un applicativo non autorizzato aveva ottenuto l'accesso a un database aziendale che ospitava i dati degli utenti di chegg.com e alcuni dei marchi della Società come EasyBib. A causa di questa vulnerabilità, i nomi utente, indirizzi e-mail, indirizzi di spedizione e password crittografate di 40 milioni di utenti registrati attivi sono stati compromessi.

9- Ticketfly: 27 milioni di appassionati di concerti con profilo compromesso
La famosa piattaforma di acquisto di biglietti per eventi e concerti Ticketfly è stata colpita a fine maggio da un grave attacco informatico che ha compromesso diverse informazioni personali inclusi nomi, indirizzi, email e numeri di telefono di ben 27 milioni di utenti. Secondo i gestori della piattaforma non sarebbero però state sottratte informazioni finanziarie come i numeri delle carte di credito.

10- Sacramento Bee: 19,5 milioni di profili hackerati
A febbraio un hacker ha sequestrato due database gestiti da The Sacramento Bee, un quotidiano di Sacramento, in California. Uno degli archivi conteneva i dati di registrazione degli elettori della California forniti, per motivi giornalistici, dal Segretario di Stato, mentre l’altro database conteneva le informazioni di contatto archiviate per gli abbonati al giornale. A seguito del furto, i cyber criminali hanno richiesto un riscatto in cambio dell'accesso ai dati sequestrati. Il giornale ha rifiutato e cancellato i database per impedire che ulteriori attacchi li sfruttassero in futuro. Nei due database erano contenuti rispettivamente 19,4 milioni di utenti e 53.000 utenti.

 

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